Cartografia dagli archivi della Lunigiana

La Cartografia storica di un territorio tra domini fiorentini e feudi malaspiniani
 
La cartografia antica propone una selezione intenzionale delle immagini a seconda delle finalità da perseguire della committenza e destinatari. I repertori di riferimento si dividono in cartografia ufficiale e privata; la prima, che gli archivi storici propongono prevalentemente è prodotta per esigenze politico-economiche ed eseguita da scienziati, architetti, agridimensori al servizio di uffici centrali e periferici dello stato, del principe e della comunità. In genere sono prodotte per avere la documentazione di un dominio e disegnare piani di controllo di un territorio (come nel caso delle mappe di confine) o particolari aspetti del popolamento come quelle mappe che documentano l'estensione e la qualità delle colture, le tipologie dei borghi, la presenza di edifici specialistici come chiese, mulini, castelli che disegnati nelle loro diverse qualità potevano fornire indicazioni preziose sul tipo e qualità delle difese, oltre che la topografia e disposizione.

Le Fonti geo-iconografiche rivelano la loro ricchezza quanto più sono messe in relazione alle vicende storiche che hanno interessato l'ambito territoriale che lo ha prodotto e alle finalità. La cartografia storica è in grado di rivelare in controluce le più ampie tematiche che investono il territorio inteso come bene culturale, ricco dei segni della presenza umana e dunque testimonianze anche figurative della storia dei popoli e dei gruppi sociali, che a vario titolo hanno utilizzato le risorse dell'ambiente, modificandolo e organizzandone il disegno.

A partire dalla seconda metà del XIII secolo in Italia e nell'area mediterranea fioriscono le "carte nautiche" sotto forma dei disegni delle coste e dei mari rilevati con la bussola. Ne sono esempio la carta pisana e quella di Cortona. Esse sorprendono per la precisione della rappresentazione, l'esattezza dei particolari e il giusto rapporto delle proporzioni, ma sono prive della raffigurazione dei territori interni quanto sono dettagliate per la rappresentazione delle coste e dei centri maggiori ivi collocati. La cosa, soprattutto in relazione alla Toscana, pare essere imputata alla carenza e grossolanità degli strumenti e metodi topografici.

Le carte quattro-cinquecentesche, che precedono la creazione dello stato granducale toscano, dimostrano quanto fosse viva l'idea della sostanziale unità dell'Etruria, modellata sulla regione politica dei tempi di Augusto, racchiusa tra mare, Magra e Tevere.

La più antica delle carte "moderne" tolemaiche: la Tuscia novella di Piero del Massaio (1456). Si differenzia da altre coeve tavole che evidenziano le capitali, per l'attenzione alle coste, ai centri abitati e la rappresentazione de visu degli Appennini, opportunamente ombreggiati per la prima volta con placche e strisce colorate. Essa obbedisce ai criteri scientifici (astronomici e geometrici) dettati da Claudio Tolomeo, alessandrino (II sec. d.C.) il più grande cartografo dell'antichità greco romana.

Dalla Geografia Tolemaica alla cartografia storica del territorio Lunigianese

La geografia tolemaica della Lunigiana fino all'area versiliese raccoglie tutte le indicazioni storiche del territorio, con la centralità del fiume Magra col suo affluente Vara, ed alcuni toponimi di non facile identificazione, tra cui Macralla, Boaceas che identificano i due fiumi ed altre località tra le quali Bondelia, che il Gerini e il Campi hanno voluto identificare con Bagnone.

Tuttavia fra alcuni dei codici tolemaici risalenti alla metà del XV secolo si aggiungono alle 27 tavole canoniche, alcune carte regionali quale la Tuscia Novella o Aetruriae Novae dove appare in modo particolareggiato la Lunigiana, sempre con l'abitato in relazione alla rete fluviaria.

A questa cartografia "scientifica" si affianca nel XV secolo quella pratica legata a questioni di confine che assumerà particolare rilevanza tra la fine del XVI secolo e il sec. XVIII. Cosimo I de' Medici istituisce una magistratura di controllo annuale dei confini "I nove conservatori dei Confini" rimasta in vigore fino al 1769, con l'obbligo che le comunità di confine con stati esterni immettessero nell'Archivio Generale tutti gli atti di controversia di confine e relative carte (Piante Antiche dei Confini).

Invece della cartografia di grande scala, i territori lunigianesi tra il 1500 e il 1600, età di particolare proliferazione di una cartografia tematica del territorio, si sviluppano in rappresentazioni di piccola scala o addirittura schizzi prospettici o a volo d'uccello, inoltre, inizialmente la raffigurazione è un semplice schizzo eseguito per meglio illustrare le situazioni descritte attraverso i carteggi per passare progressivamente tra il secolo XVII e il XVIII ad una cartografia pittorica e poi ad una geometrica, con l'introduzione della trigonometria, con la triangolazione.

Didascalie immagini

  1. Lusuolo fece parte del dominio di Corrado Malaspina l'Antico. POMPEO LITTA, Famiglie celebri lunigianesi. I Malaspina di Mulazzo.
  2. Pianta del Castello di Filattiera. Nel corso dei secoli alle esigenze di sancire patrimonialmente i feudi si associa la necessità  di documentare la pertinenza patrimoniale del castello, con le annesse coltivazioni e con visioni d'insieme del nucleo feudale con castello e borgo, con un uso più consapevole della cartografia. Carta del 1734 redatta dall'ingegner Agostino Sillicani. (A.S.F.)
  3. Rappresentazione del 1763 dei termini di confine tra i territori del Marchesato di Villafranca e i territori fiorentini granducali di Lusuolo e di Canossa (A.C.B.)
  4. Particolare della pianta del primo e del secondo piano (A.S.M.) del Castello di Treschietto
  5. Particolare della pianta del secondo piano
  6. Particolare della scala di rilievo e della firma del cartografo Carlo Maria Mazzoni (A.S.M.)
  7. Particolare del castello e dei giardini
  8. Pianta settecentesca del Castello entro la cinta muraria. Comprende l'indicazione degli spazi abitativi e gli annessi.
  9. Visione di insieme dei nuclei abitati sull'orografia dell'Appennino con relativa rete fluviale
  10. Particolare con l'abitato di Teschietto sullo sprone del monte Orsaio: il Borgo e l'alta rupe su cui sorge il Castello
  11. Particolari della carta con i nuclei di Monterolo e Caneto
  12. Particolari della carta con i nuclei di Querceto, Palestro e Treschietto
  13. Rappresentazione del territorio di Iera
  14. Confini di Treschietto
  15. Particolare della carta disegnata per la causa di confine tra Varano e Licciana, con relativi punti dei termini di confine (A.S.M.)
  16. Particolare seicentesco di carta che documenta l'attacco di truppe armate al Castello di Lusuolo A.C.B.
  17. 1685. Carta di confinazione tra Lusuolo, Tresana e Fornoli in prossimità  del Fiume Magra con castello di Lusuolo e chiesa di Groppo Fosco. Pianta per individuazione di luogo di avvenuta cattura di uomini di Tresana da Parte di uomini di Castiglione del Terziere (A.S.F.)
  18. Carta del territorio di Lusuolo (castello e borgo adiacente) con segnalati gli insediamenti di Tresana, Catizzola, Lorenzana, Canossa, Campoli. Causa con Tresana per un "roncheggiamento" nella fossa comune di Lusuolo, con indicata la Chiesa di Groppofosco. 1677. (A.S.F.)
  19. Carta seicentesca del territorio Castevolese (Castevoli, Rivazzo, Canossa) A.C.B.
  20. Carta seicentesca con prospettiva del territorio di Lusuolo 1674 confinante con Tresana (lungo il torrente Canosilla) e Villafranca (lungo il Magra). La mappa riporta gli insediamenti di Lusuolo, Campoli,Canossa, Castevoli, Poppetto (A.S.F.)
  21. Il fiume Magra in prossimità  di Lusuolo con rappresentazione della chiesa ed ospitale della Chiesaccia (Santa Maria di Groppo Fosco) (ACB, Fogli sciolti)


Vedi anche: 

Carte seicentesche di confine

Feudo di Varano

Archivio di Stato di Modena

Feudo di Treschietto

Feudo di Lusuolo


Immagini