Società della Ferrovia Marmifera Privata di Carrara
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A metà del secolo XIX gli imprenditori carraresi sentirono l’esigenza di modernizzare il trasporto verso il porto dei blocchi di marmo estratti dalle cave a monte di Carrara. Sfruttando l’invenzione della locomotiva a vapore dell’ing. Stevenson immaginarono di costruire una ferrovia che collegasse le cave al mare e che rendesse più veloce ed anche più economico il trasferimento dei blocchi stessi. Nel 1866 il Comune di Carrara diede in concessione all’uomo d’affari Giuseppe Troyse-Barba la costruzione di una linea ferroviaria con la clausola che dopo cinquant’anni l’ente sarebbe entrato in possesso della ferrovia e di tutti i materiali e fabbricati appartenenti alla Società rappresentata da Troyse-Barba. Alla morte dell’uomo d’affari, avvenuta nel 1867, la Società passò a Luigi Mordant e ad Adriano Righi, i quali poi la cedettero alla Società della Ferrovia Marmifera Privata di Carrara, costituitasi nel 1874. Fino alla crisi economica mondiale, avvenuta in seguito al tracollo della Borsa di New York nel 1929, la Società della Ferrovia Marmifera ebbe una continua crescita economica. La crisi inizia a farsi sentire in modo serio nel 1930 e si acutizza con lo scoppio della seconda guerra mondiale, la quale ebbe come effetto la diminuzione del trasporto dei blocchi (e degli introiti ad esso collegati) a causa dei danni arrecati alla linea dai sabotaggi tedeschi e dai bombardamenti alleati. Terminato il conflitto, il Comune di Carrara per risollevare le sorti della Società decise di diventarne il socio di maggioranza, cominciò a svendere il materiale viaggiante acquistando camion e a smantellare i binari sostituendoli con strade d’arroccamento asfaltate. La nuova cura tentata dall’Amministrazione Comunale non portò i risultati sperati e, dopo vari tentativi andati a vuoto di risollevare economicamente l’azienda, all’inizio degli anni Ottanta del secolo XX si iniziarono le procedure per giungere allo scioglimento della Società, che cessò ufficialmente di esistere nel 1999. L’attività di trasporto del marmo era già terminata definitivamente nel 1981.
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Costruire una ferrovia per collegare le cave di marmo al mare non è stata un’opera di poco conto. Nella sua realizzazione gli ingegneri hanno dovuto considerare la pendenza delle Alpi Apuane e la loro conformazione geologica, hanno dovuto individuare i passaggi meno pericolosi per la stabilità dei binari, hanno dovuto calcolare l’impatto del peso dei blocchi sui vagoni, hanno dovuto progettare ponti e viadotti che unissero le cave alle stazioni di caricamento. La linea ferroviaria è stata costruita in due tempi: nel 1876 e nel 1890.
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L’archivio della Ferrovia Marmifera conserva i progetti, i computi metrici e le relazioni degli ingegneri che hanno costruito la linea, ma conserva anche i progetti per la realizzazione delle strade d’arroccamento create nel momento in cui sono stati smantellati i binari e che hanno presentato difficoltà simili a quelle riscontrate nella fabbricazione della linea. Nell’archivio sono conservati anche i documenti contabili, i libri sociali, i contratti e le convenzioni stipulate con i proprietari dei terreni su cui la linea insisteva, la documentazione riguardante il personale e fotografie scattate in occasioni particolari o per documentare danni causati ai binari o alle stazioni di caricamento.
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