Alessandro Malaspina
Navigatore al servizio della corona spagnola, tra il 1789 e il 1794 condusse una straordinaria missione politico-scientifica che lo portò lungo le coste atlantiche e pacifiche delle Americhe e dell’Oceania (1789/1794).
Il secolo XVIII si caratterizzò per le numerose spedizioni transoceaniche, rivolte in modo particolare all'esplorazione ed alla conoscenza scientifica. Si assistette per la prima volta alla realizzazione di spedizioni internazionali, con la partecipazione di studiosi di discipline diverse e la successiva diffusione dei risultati conseguiti nell’ambito della temperie culturale illuminista Questo ciclo storico si concluse idealmente con la missione attorno al mondo di Bouganville, Cook, Lapérouse prima e di Malaspina (1754-1810) poi. Alessandro Malaspina, in particolare, portò a compimento un'impresa voluta dalla corona spagnola.
In Spagna, come in altri paesi d'Europa, la seconda metà del Settecento fu caratterizzata da una intensa attività culturale e scientifica. Attorno a Carlo III (1716-1788), indubbiamente il più intelligente e aperto sovrano spagnolo del XVIII secolo, gravitava un gruppo di funzionari e intellettuali intenzionati a introdurre nell'apparato statale tutta una serie di riforme volte ad ammodernare le strutture amministrative, sia in patria sia nelle colonie. In campo scientifico il sovrano spagnolo promosse gli studi di geologia, botanica e zoologia anche nei paesi d'oltremare, dove la varietà degli ambienti favoriva nuove indagini e scoperte. Molti scienziati spagnoli fecero dell'America il loro laboratorio di ricerca e per loro merito le scienze della natura e dell’uomo ebbero nella penisola iberica un notevole sviluppo.
Alessandro Malaspina fu a capo di una spedizione spagnola che per la prima volta fece del lavoro di gruppo il suo punto di forza, in un perfetto coordinamento tra l'attività di marinai, soldati, scienziati e tecnici. Fu la più grande impresa del “ siglo ilustrado” spagnolo, che mostra la perfetta assimilazione delle teorie economiche del liberalismo economico dell’epoca che si preoccupava della diffusione di scienze utili per la crescita economica del paese
Malaspina era nato il 5 novembre 1754 nel castello di Mulazzo (Pontremoli), figlio del marchese Carlo Morello e di Caterina Melilupi di Soragna. Nell'XI secolo i Malaspina stabilirono il loro potere sulle città di Luni, Genova, Tortona, Bobbio, Pavia, Piacenza, Parma, Cremona. Nel secolo successivo l'espandersi dei comuni ridusse il loro territorio alle alte valli dell'Appennino, dove fondarono un organismo politico-territoriale. Nel 1221 il grande feudo fu diviso fra Corrado e Obizzone, la spartizione territoriale segnò anche la ramificazione della casata: Corrado divenne il capostipite dello Spino Secco e Obizzone dello Spino Fiorito.
Dal 1762 al 1765 Alessandro, visse con la famiglia a Palermo, presso il prozio Giovanni Fogliani Sforza d'Aragona, vicerè di Sicilia. Dal 1765 al 1773 fu convittore a Roma, nel Collegio Pio Clementini retto dai Padri Somaschi. Visse circa un anno sull'isola di Malta, e apprese sulle navi dell'Ordine i primi rudimenti dell'arte della navigazione. Nel 1774 entrò nella Real Armada e a Cadice, il 18 novembre di quello stesso anno, ricevette il grado di Guardiamarina. Nel gennaio 1775, imbarcato sulla fregata Santa Teresa, partecipò alla spedizione in soccorso di Melilla, assediata dai marocchini. Nel luglio dello stesso anno partecipò all'assedio di Algeri e nel marzo dell'anno successivo fu promosso Alfiere di Vascello. Dal 1777 al 1779, imbarcato sulla fregata Astrea, compì un viaggio nelle Filippine; durante questa spedizione fu promosso Tenente di Fregata. Nel gennaio 1780, imbarcato sul vascello San Julian(è letto male) , partecipò alla battaglia di Capo Santa Maria e fu promosso Tenente di Vascello.
Nel 1788 Malaspina insieme a Josè Bustamante y Guerra, presentò al re un progetto per una spedizione nelle colonie americane e del Pacifico, con il duplice scopo di raccogliere materiale scientifico e di conoscere in maniera ottimale le condizioni e le risorse dell'impero spagnolo d'oltremare.
Nell'arsenale della "Carraca" furono appositamente costruite due corvette, la Descubierta e l'Atrevida. Gli equipaggi, composti da circa 100 uomini per nave, prevedevano anche la presenza di scienziati, tecnici e soldati.
Malaspina, comandante della “Descubierta”, volle che a comandare la “Atrevida” fosse l’ufficiale José Bustamante y Guerra. Comandanti in seconda delle due corvette furono Dionisio Alcalá Galiano e Cayetano Valdés. Direttore della cartografia fu Felipe Bauzá y Cañas.
Quali medici di bordo furono scelti due ottimi insegnanti del Collegio di Chirurgia di Cadice: Pedro María González e Francisco Flores Moreno.
Responsabile del settore naturalistico fu Antonio Pineda, che coordinò i lavori del e naturalista boemo Thaddaus Haenke e del botanico francese Louis Née.
Particolarmente complessa si rivelò la scelta dei disegnatori: José del Pozo e José Lindo parteciparono solo alla prima parte del viaggio e furono sostituiti dal lombardo Ferdinando Brambilla e dal parmense, di origine francese, Giovanni Ravenet.
Era italiano anche il più giovane guardiamarina: il cremonese Fabio Ala Ponzone ed era di origine toscana Juan Vernacci, ufficiale astronomo.
Anche un lunigianese fece parte dell’equipaggio, in qualità di cameriere del comandante: era il villafranchese Francesco Rossi,
Il 30 luglio 1789 le due corvette lasciarono il porto di Cadice, la prima al comando dello stesso Malaspina e la seconda del Bustamante, con a bordo due attrezzati laboratori per la raccolta e lo studio dei materiali raccolti, utili per la conoscenza dell'oceano e delle regioni visitate. Facendo tesoro dell'esperienza di coloro che l'avevano preceduto, e in particolare di James Cook. Malaspina organizzò il suo viaggio fin nei minimi dettagli raccogliendo tutte le relazioni di viaggio dei navigatori europei, gli strumenti più innovativi (gli orologi inglesi ) per la determinazione della longitudine e stabilendo contatti con le accademie scientifiche dell’epoca . Il governo spagnolo, e il mondo accademico e scientifico, erano consapevoli del fatto che la Spagna non aveva mai inviato sui mari una spedizione meglio equipaggiata e meglio guidata.
All'inizio del 1791 mentre le due corvette navigavano lungo il Costa Rica, Malaspina decise una nuova separazione: l'Atrevida, dopo aver visitato le Isole Cocos, doveva dirigersi verso Acapulco, mentre la Descubierta avrebbe compiuto una ricognizione più accurata sulla costa fino ad Acapulco. Appena giunto in questo porto, Malaspina ricevette dalla Spagna l'ordine di esplorare sistematicamente la costa nord-occidentale del continente, per verificare l'attendibilità della relazione di Lorenzo Ferrer Maldonado, che tanto interesse aveva suscitato in Europa.
La perlustrazione compiuta dalla Descubierta e dall'Atrevida, sulle coste meridionali dell'Alaska, tra la metà di giugno e la fine di luglio del 1791, non portò alla scoperta del mitico passaggio nell'Atlantico ma alla verifica, peraltro rimasta ignorata per quasi un secolo, che lo Stretto di Maldonado non esisteva. La campagna del Nord-Ovest durò in totale poco più di quattro mesi, dalla partenza da Acapulco all'arrivo a Monterrey.
Le corvette salparono da Acapulco il 1 maggio 1791 e per quanto la ricerca del mitico passaggio si rivelasse infruttuosa, l'esplorazione (che durò tutta l'estate e si spinse fino al 68º parallelo, l'ingresso dello Stretto Prince William risultando impedito dai ghiacci) offrì lo spunto per una ricca serie di osservazioni geografiche che completarono i recenti rilievi di Cook e La Pérouse, correggendo non solo i profili costieri ma anche precisando altre osservazioni, ad esempio l'altezza del Monte Sant'Elia, che venne ricalcolata con estrema precisione e che in seguito verrà intitolato al Navigatore.
L'importanza del viaggio alle alte latitudini fu però soprattutto antropologica ed etnografica, in particolare per le informazioni raccolte sulle popolazioni Tlingit della baia di Yakutat (il cui interno venne chiamato Disenchantment Bay, Puerto del Desengaño) e sui Nootka di Vancouver Island, sino ad allora sospettati di antropofagia. Con il capo di questi ultimi, Maquinna, venne stabilito anche un trattato di amicizia allo scopo di consolidare la presenza spagnola nei confronti delle mire russe e britanniche. Sulla via del ritorno verso Acapulco, una parte della spedizione venne destinata a una campagna di rilievo della costa pacifica dell'America settentrionale da svolgersi nel corso dell'anno successivo, al comando degli ufficiali Cayetano Valdés y Flores e Dionisio Alcalá Galiano.
Salpate il 20 dicembre 1791 da Acapulco, la Descubierta e l'Atrevida si avventurarono nel Pacifico lungo la rotta del 12º parallelo nord, toccando prima le Isole Marianne, sostando nella baia di Humatac a Guam quindi a Palapa, sull'Isola di Samar. Le corvette gettarono le ancore a Cavite, nella baia di Manila, il 26 marzo 1792.
Dopo pochi giorni la seconda corvetta proseguì alla volta di Macao (Cina) per completare delle osservazioni con il pendolo semplice, mentre la prima si dedicò all'esplorazione dell'arcipelago. Durante i rilievi nell'interno dell'isola di Luzon venne però a mancare Pineda, sostituito nel ruolo di capo naturalista della spedizione da Haenke.
Verso novembre Malaspina ritenne che i tempi fossero maturi per dirigersi verso Sud, per quanto non tutti i lavori previsti fossero terminati. Venne quindi lasciato indietro un drappello di uomini con la missione di terminare i rilievi cartografici di quei mari pericolosi, caratterizzati da bassi fondali e dalla presenza dei pirati malesi. Dopo una breve sosta a Zamboanga la spedizione fece rotta verso Celebes e le Molucche, raggiungendo il Pacifico il 22 dicembre e dirigendosi quindi verso le Nuove Ebridi (Vanuatu) e la Nuova Zelanda. Il 24 febbraio 1793 la spedizione era infatti in vista del Doubtful Sound, dove le carte della regione vennero aggiornate rispetto all'opera di Cook; seguì quindi una sosta per ristorare gli equipaggi presso l'avamposto inglese di Botany Bay, dove Malaspina potè verificare dettaglio l’organizzazione del modello inglese di gestione delle colonie
La navigazione proseguì quindi verso l'arcipelago di Tonga, per il quale era necessario riaffermare la priorità della scoperta spagnola. Il soggiorno presso le Isole degli Amici e le Vava'u si presentò fruttuoso per le consuete osservazioni geografiche, naturalistiche ed etnografiche e particolarmente amichevole, anche grazie agli incontri con i capi locali Dobou e Vuna.
La perfetta organizzazione del lavoro avevano permesso di compiere con grande accuratezza, in ogni scalo, le previste esperienze fisico-astronomiche sulla gravitazione , di eseguire i rilevamenti cartografici e di raccogliere una massa enorme di dati statistici, di animali, di piante e di reperti etnologici.
Da lì tornarono verso l’America meridionale, con soste a Valparaíso, alle Isole Falkland. ed a Montevideo. Da quel porto le corvette fecero vela verso Cadice, ove giunsero il 21 settembre 1794.
La stampa locale così parla del rientro della Spedizione :
Questo viaggio ha considerabilmente aumentate le nostre cognizioni nella botanica, litologia, e idrografia. Le sperienze fatte sulla gravità de’ corpi, ripetute in diverse latitudini ci conduranno a delle importanti scoperte sulle irregolarità della figura della terra; scoperte che serviranno di base a una misura universale, tal quale si vuole stabilire in Europa, facile a verificare, ed altrettanto costante quanto le leggi da cui ella dipende. Studiando l’istoria civile e politica delle Nazioni visitate, si è seguito l’uomo da vicino, e si sono riuniti de’ monumenti che spargono molto lume sulle diversi emigrazioni di questi popoli, e su’ progressi della loro civilizzazione. La Natura ha sparso, nella immensa estensione de’ Domini Spagnuoli, delle produzioni, e de’ Tesori incogniti fino ad ora, che potranno dar luogo alle nuove speculazioni, capaci di aumentare la forza, e la potenza, di questa Monarchia.. L’Istoria di tal viaggio sarà stampata, e già si prepara il prospetto. Ella sarà interessante, se si deve giudicare dal merito del Capitano Malaspina.
Subito dopo il ritorno, si iniziò infatti ad ordinare i dati e il materiale, in previsione della stesura di un'opera monumentale che avrebbe dovuto impegnare ancora per molti anni gli scienziati e i tecnici.
Nel DISCORSO PRELIMINARE a quella che avrebbe dovuto essere la pubblicazione del Viaggio , il comandante scrisse che il Viaggio fatto da Descubierta ed Atrevida non era paragonabile ai viaggi degli inglesi e francesi che lo avevano preceduto , infatti c’era ormai una scienza della navigazione consolidata e l’enorme dispendio della spedizione è legato non solo alla sperimentazione delle rotte commerciali , ma sopratutto allo studio degli immensi possedimenti spagnoli per capire le terre che fossero utili alla monarchia e quelle da tagliare
Poco più di un anno dopoil rientro , il 22 novembre 1795, il Consiglio di Stato, presieduto da Carlo IV, dopo un processo farsa , deliberò il l'arresto di Malaspina con l'accusa di complotto contro lo stato e la sua segregazione per dieci anni e un giorno nella fortezza di San Antón, nel golfo della Coruña , in Galizia.
Nonostante gli fosse stato imposto il divieto di comunicazioni con l'esterno, durante la prigionia Malaspina riuscì a mantenere i contatti con i parenti rimasti in Italia, in particolare con il fratello Azzo Giacinto, erede del marchesato. A la Coruña,il segregato si dedicò a quegli studi economici ed umanistico filosofici che sempre lo avevano attratto e tenne un ricco epistolario con amici importanti che avrebbero potuto aiutarlo per la sua liberazione.
Per quanto costanti e dedicati fossero comunque gli sforzi della sua cerchia di amici, però, fu solo alla fine del 1802 ,per l'interessamento di Francesco Gravina , Paolo Greppi e su pressione di Napoleone, a sua volta sollecitato da Francesco Melzi d'Eril, vice presidente della Repubblica Italiana, che finalmente verso la fine del 1802 la Spagna commuto’ la condanna di Malaspina in esilio perpetuo.
Arrivato a Genova nel marzo 1803, Malaspina decise di stabilirsi a Pontremoli nell'attesa di risolvere le controversie con il fratello, senza però rinunciare ai contatti con la realtà milanese, inserendosi ben presto nel circuito politico oltre che intellettuale. Francesco Melzi d'Eril, ormai vicepresidente della Repubblica Italiana, lo incaricò di ispezionare le coste adriatiche per suggerire le più opportune difese marittime da applicarvi, e qualche tempo dopo gli venne affidato l'incarico di studiare un cordone sanitario per fronteggiare l'epidemia di febbre gialla scoppiata a Livorno. Malaspina trovò anche occasione di prospettare delle riforme dei meccanismi di esazione delle tasse che risultavano particolarmente ingiuste per le popolazioni della Lunigiana.
Con la trasformazione della Repubblica in Regno d'Italia venne tuttavia a scemare il coinvolgimento politico di Malaspina, che gradualmente spostò il suo centro di interesse verso Firenze e Pontremoli, dove morì il 9 aprile 1810. La sua morte è stata notata nel Gazzetta di Genova del 18 aprile 1810.
« Pontremoli 9 aprile 1810. Oggi alle ore 10 dopo mezzo giorno ha quel cessato di vivere il dotto e celebre viaggiatore sig. Alessandro Malaspina di Mulazzo. »
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Serie di immagini antiche
- North Atlantic, anonimo, seconda metà sec. XVI
- Affresco nel Castello D’Albertis a Genova, raffigurante le navi di Colombo nel giorno della partenza da Palos nel 1492
- Incisione da un disegno di De Bry, raffigurante il primo sbarco di Colombo a San Salvador (1590)Galeone, tratto da Nautica Mediterranea di Bartolomeo Crescenzio (1602)
- Incisione raffigurante una bottega in cui si stampano grandi mappe, sec. XVIIArchitettura navale, seconda metà sec. XV
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Didascalie immagini
- Tavola tratta dall’Atlas Universalis che illustra il sistema astronomico Copernicano, s.d
- Marqués de la Victoria, Tavola di strumenti per la navigazione, contenuta in Atlas de construcción naval, sec. XVIII
- Tavola tratta dall’Atlas Universalis che illustra il sistema astronomico di Tycho Brahe, 1660
- Frontespizio di copia a stampa del De Sphaera di Giovanni Sacrobosco, 1519
- Diego Ribero, Quadrante, 1529
- Diego Ribero, Astrolabio, 1529
- Diego Ribero, Rosa dei venti, 1529
- Diego Ribero, Oceano Atlantico, 1529
- Mateo Jorge, Astrolabio nautico, sec. XVI
- Mateo Jorge, Compassi per carte nautiche, sec. XVI
- Mateo Jorge, Sfera planetaria, sec. XVI
- Rappresentazione del mondo
- Quadrante
- Jesse Ramsden, Quadrante, sec. XVIII
- Arnold, Cronometro per l’osservazione della longitudine n° 71, sec. XVIII
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Didascalie immagini
- Cristoforo Colombo (1451-1506)
- Amerigo Vespucci (1454-1512)
- Juan de La Cosa (1460-1510)
- Ferdinando Magellano (1480-1521)
- Sebastiano Caboto (1484-1557)
- James Cook (1728-1779)
- Louis-Antoine de Bougainville (1729-1811)
- Jean-François de La Pérouse (1741-1788?)
- Alessandro Malaspina (1754- 1810) - Biografia Alessandro Malaspina - La spedizione inserire link
- Alessandro Malaspina (biografia)
- La spedizione
- Alexander von Humboltd (1769-1859)
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- Andreus Walsperger, Carta universale dipinta su pergamena, 1448
- Martin Waldseemüller, Carta universale, 1507
- Francesco Rosselli, Carta universale, 1508
- Bernardo Silvano da Eboli, Carta universale, 1511
- Paulo Forlani, Carta universale, 1565
- Andrés García de Cespédes, Carta universale, prima metà sec. XVII
- Santini e Remondini, Mappamondo, contenuto in Atlas Universalis,1784
Approfondimenti
Il sec. XV vide una rivoluzione della cartografia in Europa. Il primo importante passo fu compiuto con la traduzione in latino della Geografia di Tolomeo, iniziata da Manuel Chrysoloras e completata nel 1410 da Jacopo Angeli da Scarperia. La spinta principale a migliorare la cartografia venne dalle scoperte di nuove terre fatte da esploratori portoghesi del XV secolo.
La prima stampa a mostrare il Nuovo Mondo fu edita a Roma nel 1475 e pubblicata nel 1508 con 34 carte. L'edizione che molti considerano come il primo atlante moderno (anche se il termine "atlante" non venne usato fino a che Gerardo Mercatore non lo coniò intorno 1578) venne pubblicata a Strasburgo nel 1513 con 27 carte del mondo antico e 20 carte basate sulle nuove conoscenze. Venne prodotta da Martin Waldseemüller (1470-1520) che fece una chiara distinzione fra le due parti.
La carta terrestre di Waldseemüller fu la prima a coprire 360° in longitudine e a mostrare il litorale completo dell'Africa. Un altro primato Waldseemüller lo raggiunse in un lavoro precedente, Cosmographiae introductio cum quibusdam geometriae ac astronomiae principis ad eam rem necessariis del 1507, nel quale propose di chiamare America il Nuovo Mondo.
Waldseemüller diede dei contributi importanti alla scienza della cartografia. Scrisse sulla misurazione topografica e sulla prospettiva e produsse un libretto su come usare i globi.
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Didascalie immagini
- Juan de la Cosa, Portolano, 1500
- Planisfero, 1502
- Nuño García de Toreno, Carta universale, 1525
- J. Vespucio, Carta universale, 1526
- Ortelius, Maris Pacifici, 1589
- Gerard Mercator, America sive India Nova, 1595 - Biografia Gerard Mercator
- Jean Guerard, Carta universale idrografica, 1634
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Didascalie immagini
- Juan Botero Benes, Carta dell’America, 1599
- Paolo Coronelli, Carta dell’America Settentrionale, 1696
- Fernández de Medrano, Carta dell’America Settentrionale, 1699
- Miguel Venegas, Carta della California, 1757
- José Alzate y Ramirez, Carta della Nuova Spagna, sec. XVIII
- Felipe Bauzá, Vista della costa nord ovest dell’ America, seconda metà sec. XVIII
- Felipe Bauzá, Vista della costa nord ovest dell’ America, seconda metà sec. XVIII - Felipe Bauzà (biografia) -La spedizione di Alessandro Malaspina
- Tomás López, Carta dell’America Settentrionale contenuta in Atlas Elemental, Madrid, 1792
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- Diego Gutiérrez, Carta dell’America, 1562
- Oviedo y Baños, Carta della provincia del Venezuela, 1723
- Joseph Gumilla, Carta del nuovo Regno di Granada, contenuta in El Orinoco Ilustrado, 1741
- Casimiro Gomez Ortega, Carta dello Stretto di Magellano, 1769
- Tomás López, Carta dell’America Meridionale contenuta in Atlas Elemental, Madrid, 1792
- Alonso de Santa Cruz, Carta dell’America Centrale, contenuta in Islario de todas las islas del mundo, sec. XVI
- Patagonia e Terra del Fuoco, sec. XVII
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Didascalie immagini
- F. Brambilla, La città di Panama dall’isola di Nao
- J. Cardero, Presidio a Monterrey
- F. Brambilla, Piazza Maggiore di Città del Messico
- J. del Pozo, La città e il forte di Valparaiso
- F. Brambilla, La corvetta Atrevida tra i ghiacci
- F. Brambilla, Buenos Aires
- F. Brambilla, Lima
- J. Ravenet, Puerto Desengaño
- F. Brambilla, Porto di Acapulco
- J. Cardero, Convento, chiesa e fattoria della Missione del Carmelo a Monterrey
- J. del Pozo, Puerto Deseado (Patagonia)
- F. Brambilla, Il passo di Mendoza sulla cordigliera delle Ande
- F. Brambilla, Veduta di Montevideo
- J. Cardero, Arrivo a Nootka
Approfondimenti inserire link
- La spedizione Malaspina
- F. Brambilla (biografia)
- J. Cardero (biografia)
- J. del Pozo (biografia)
- J. Ravenet (biografia)
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Didascalie immagini
- Frederic Edwin Church, Il naufragio, 1852
- Albert Bierstadt, Temporale sulle montagne, 1870 ca.
- Caspar David Friedrich, Due uomini sulla costa al sorgere della luna, 1817
- Asher Brown Durand, Spiriti affini, 1849
- Frederic Edwin Church, L’isola di Grand Manan, baia di Fundy, 1852
- Thomas Cole, Fiume nelle Catskill Mountains, 1843
- Thomas Birch, Combattimento tra le navi “Constitution” e “Guerrière”, 1813
- Thomas Birch, Combattimento tra le navi “United States” e “Macedonian”, 1813
- Sanford Robinson Gifford, Temporale sui monti Adirondacks, 1866
- Sanford Robinson Gifford, Tramonto sulla baia di New York, 1878
- Albert Bierstadt, Tra le montagne, 1867
Biografie artisti inserire link
- Albert Bierstadt
- Thomas Birch
- Frederic Edwin Church
- Thomas Cole
- Asher Brown Durand
- Caspar David Friedrich
- Sanford Robinson Glifford
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Mostra a cura di Francesca Guastalli e Monica Armanetti
con la collaborazione di Federica Cavatorta
La mostra, di natura prevalentemente didattica, mira a documentare il mutamento delle visioni del mondo dal Medioevo al XIX secolo e ci presenta quindi l'epoca delle grandi scoperte, le Americhe in particolare.
Le grandi scoperte geografiche e le sintesi conoscitive dell'Umanesimo e del Rinascimento ridanno alla geografia il posto che non aveva mai avuto nel Medioevo.
Nel secolo XVI la distruzione dell'edificio tolemaico, cui concorsero matematici e filosofi, segna il definitivo trapasso dalla cosmografia medievale a quella moderna, con la raccolta e diffusione delle notizie relative alle nuove terre americane scoperte.
Nel secolo XVII, secondo la concezione meccanicistica della realtà, intesa in termini unitari e secondo parametri razionali, si giunge alla diffusione del metodo sperimentale. La distinzione tra la spiegazione puramente matematica dei fenomeni fisici naturali e quella storica (fisica e umana, nasce infatti la geografia umana), più dettata da interessi umanistici o commerciali, produce la maggiore sintesi informativa con la cartografia.
L'Illuminismo nel secolo XVIII rinnova il pensiero scientifico con una molteplicità di attente osservazioni che riguardano i rapporti tra uomo e terra: nasce la visione unitaria di una scienza enciclopedica, nella quale sono raccolti motivi di spiritualismo e storicismo.
Alessandro Malaspina (1754-1810) conclude il tempo delle esplorazioni scientifiche settecentesche, caratterizzate dalla Filosofia illustrata, dando contributi notevolissimi alla conoscenza delle Americhe e dell'Oceania, ma ancor più concorrendo, con le sue idee politiche sui territori americani, a sviluppare la convinzione del ruolo positivo che può svolgere l'umanizzazione nei confronti della natura, in funzione del miglioramento della vita dell'uomo (tanto naturale che civilizzato).
I quadri della spedizione Malaspina non a caso, oltre che la botanica e la zoologia, illustrano il territorio sotto il profilo della sua antropizzazione e ne descrivono gli abitanti. Alla osservazione e classificazione della geografia descrittiva si affianca anche la geografia applicata, che propone progetti di rivitalizzazione delle colonie americane, nella convinzione che la natura debba essere aiutata dall'uomo per conseguire un maggior benessere. Alla natura americana illustrata dallo spirito illuminista europeo, subentra nell' Ottocento la visione dell'America da parte degli americani, ormai in grado di elaborare autonomamente una propria filosofia rappresentativa. L'influenza del clima romantico europeo riporta l'accento del linguaggio pittorico (con i pittori americani della Hudson River School) sul tema della Natura nella sua dimensione assoluta, entro la quale è irrilevante la presenza dell'uomo e di fronte alla quale l'individuo senta la forza creatrice divina.
I pannelli della mostra inserire i link
- Tecnica della navigazione e iconografia della scoperta
- Visioni cosmografiche. Strumenti nautici e cartografici
- Naviganti alla scoperta del Nuovo Mondo
- Planisferi dal XV al XVII secolo
- Carte universali. Europa-America (XV - XVII sec.)
- America settentrionale (XVI - XVIII sec.)
- America centrale e meridionale (XVI - XVIII sec.)
- La sfera del mondo. Bibliografia geografica e storica
- La filosofia illustrata. Razionalismo illuminista nelle immagini dell'America dei pittori della spedizione Malaspina (1789 - 1794)
- Il Romanticismo nella pittura america dell'Ottocento
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Nota biografica
Willelm Blaeu, noto anche con il nome latinizzato di Blavius, nacque ad Alkmaar, in Olanda nel 1571 e morì ad Amsterdam nel 1638. Fu discepolo dell’astronomo danese Thyco Brahe e da lui apprese i fondamenti della cosmografia e della geografia, oltre alla costruzione e all’uso degli strumenti astronomici. Intorno al 1597 si trasferì ad Amsterdam e si dedicò alla preparazione e alla stampa di carte geografiche, nautiche, atlanti monumentali, globi terrestri e celesti, veri e propri capolavori di abilità tecnica ed artistica. Le sue carte erano incise su rame, stampate su carta e rifinite a mano con grande accuratezza. Tra le sue opere più importanti una raccolta di 103 carte che dovevano servire come supplemento ai due più famosi atlanti del tempo, quelli di Ortelio e Mercatore. La raccolta, ampliata nel tempo, formò il nucleo del più vasto e celebre " Theatrum Orbis Terrarum sive Atlas Novus", pubblicato in due volumi nel 1635.Blaeu cercò di perfezionare i calcoli della longitudine, poiché si rendeva conto della difficoltà di rappresentare grandi aree, poco conosciute al cartografo; nel 1633 venne nominato cartografo ufficiale della Compagnia Olandese delle Indie Orientali. Alla sua morte lo stabilimento passò ai figli Jan e Cornelius e, successivamente, al nipote Guglielmo. L’opera più celebre di Jan fu " Atlas Major sive Cosmographia Blaviana" in 14 volumi, uno dei quali dedicato all’Italia; le carte italiane erano tuttavia state ricavate quasi tutte dall’atlante di Magini, celebre geografo ed astronomo italiano. La considerazione in cui era tenuta l’officina blaviana era assai evidente, poiché nel 1666 gli Stati Generali Olandesi obbligarono i commercianti che avevano traffici con l’India ad usare carte dei Blaeu e nel 1670 Guglielmo Blaeu ricevette l’incarico di esaminare i giornali di bordo e rivedere le carte usate fino a quel momento. Il grande stabilimento cartografico dei Blaeu fu interamente distrutto nel 1672 per un incendio.
La carta dell'America
La carta si compone di quattro tavole unite e incollate su tela ; le dimensioni complessive, comprese le figure e i bordi, sono di 122x172 cm. L’equatore è rettilineo, i paralleli sono archi di cerchio, i meridiani sono curvilinei e tracciati di 10 gradi in 10 gradi, il meridiano fondamentale è quello passante per Madera. L’America Settentrionale è delimitata nelle coste e nell’interno fino al 40 parallelo Nord, mentre una piccola carta, inserita nella zona continentale dell’America del Nord, descrive regioni vicine alla zona artica. Completamente delineate sono l’America Centrale, le Antille e l’America Meridionale. A ovest della Terra del Fuoco appare un tratto di continente indicato come "Terre Australi Incognite". Il lembo sud ovest è occupato da una carta con le terre antartiche. La decorazione della carta è particolarmente ricca: nei mari appaiono raffigurazioni mitologiche, numerosi mostri e animali marini, scene di battaglia; al largo di Terranova sono raffigurati indigeni che cacciano le balene. Nelle parti continentali appaiono persone e animali caratteristici dell’America, mentre ai lati del cartiglio, in basso a destra, sono raffigurati Cristoforo Colombo e Amerigo Vespucci ; sotto quattro medaglioni con le immagini di Magellano, Drake, Candish e Van Der Nort. Nei due fregi laterali vi sono sedici riquadri con le rappresentazioni degli usi e costumi dei popoli americani; nella parte inferiore altre dodici immagini mostrano zone abitate, piante e vedute varie dell’America. Nei due bordi laterali e in quello inferiore una descrizione geografica molto estesa dell’America in duplice testo francese e latino.
Un grande numero di carte nautiche trovò il luogo ideale di produzione a Venezia : una città aperta al mondo, di grande impulso commerciale, di scambio di idee e culture diverse. Qui lavorò il genovese Pietro Vesconte, autore di preziosi atlanti e della prima carta nautica datata e firmata (1311), ritenuto precursore e maestro di una scuola cartografica. Nella città lagunare lavorò, nel secolo successivo, Grazioso Benincasa, cartografo anconetano che utilizzò in modo significativo i nuovi dati della navigazione atlantica portoghese, dando grande rilievo ai toponimi della costa africana e delle isole atlantiche, protese verso un mondo ancora sconosciuto. Venezia rimase un importante centro di produzione anche nel XVI secolo, accogliendo cartografi provenienti sia dall’arcipelago greco, in particolar modo da Creta e Corfù, che da varie parti d’Italia. Importante la presenza del genovese Battista Agnese, attivo a Venezia tra il 1536 e il 1564, autore di carte ed atlanti estremamente raffinati e ricchi di nuovi elementi geografici, introdotti in seguito alla scoperta del Nuovo Mondo e al viaggio di Magellano. Nelle sue preziose opere erano presenti motivi decorativi di grande interesse, come le foreste del Brasile o il gigantismo degli abitanti dell’America Meridionale, che scaturivano dalla conoscenza di libri, diari e resoconti di viaggi. Un altro importante centro di produzione fu Genova in cui si affermò la scuola dei Maggiolo, famiglia che detenne il monopolio cartografico con nomina ufficiale della Repubblica fin dal 1519. Le carte provenienti da quel laboratorio erano riccamente decorate, davano ampio risalto ai profili delle città, con particolare rilievo per Genova, alle coste settentrionali dell’Africa e alle figure di re in trono.
Anche Portogallo e Spagna furono importanti centri cartografici: Maiorca ebbe, fin dal XIV secolo, una scuola in grado di fornire carte già pronte o di costruirne su commissione; intere famiglie di cartografi, come quella di Matteo Prunes, lavorarono nell’isola per oltre un secolo, dal 1532 al 1651. Le carte catalane si estendevano a nord fino alla Scandinavia e ad est verso le regioni orientali, presentando una descrizione delle zone interne con città, fiumi e monti che spesso mancavano in quelle di produzione italiana. Re, imperatori e bandiere indicavano un’appartenenza politica, mentre animali e piante simboleggiavano le risorse economiche. Laboratori avviati, migliori opportunità di lavoro e la presenza catalana in Sicilia favorirono, nel XVI secolo, il trasferimento di cartografi affermati, come Jaume Olives, da Maiorca a Messina e successivamente a Marsiglia.
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Caratteristica delle carte nautiche era la rete policroma delle semirette che irradiandosi da una o più rose dei venti suddividevano ad intervalli regolari l’orizzonte in rombi. Da ciascuno dei punti nodali secondari partivano altre semirette che, intersecandosi, costituivano un reticolato che copriva tutta la carta: queste linee permettevano di tracciare la rotta che le navi dovevano seguire. Le carte nautiche erano orientate generalmente a nord, come indicava la bussola in modo approssimativo; nella rosa dei venti questa direzione era segnalata con un triangolo nero, rosso, o un giglio, spesso dorato; il levante era indicato con una croce, il ponente con una P, il sud con una O (ostro). Alcune carte, soprattutto quelle più antiche, mantenevano l’orientamento con il sud verso l’ alto. Nelle carte nautiche si utilizzavano in modo cospicuo i colori : le principali indicazioni topografiche lungo le coste si segnalavano in rosso, le altre in bruno o nero; i venti principali spesso erano decorati in oro, ma anche in rosso e blu; le isole in verde, rosso e oro; le coste in bruno, azzurro o verde. Numerose le decorazioni: vedute di città, raffigurazioni religiose, sovrani, bandiere, piante, animali ed imbarcazioni tipiche del Mediterraneo. La carta, che occupava tutta la pelle dell’animale, si fissava ad un cilindro di legno, oppure veniva divisa in fogli più piccoli e consultata a bordo come un libro. Le pergamene erano accompagnate dai portolani, libri che contenevano la descrizione dettagliata delle coste, degli approdi, dei rifornimenti d’acqua e degli ostacoli che potevano compromettere la navigazione.
La carta nautica doveva abbracciare in un’unica visione tutto il tratto di mare da percorrere, onde consentire di tracciare la rotta. La tecnica di costruzione delle carte nautiche si basava su rilevazioni pratiche e sulla conoscenza approfondita delle zone da rappresentare; l’uso di tali pergamene era strettamente legato a quello della bussola e del compasso: la direzione e la distanza erano fondamentali per guidare la nave e l’esperienza dei marinai era determinante per correggere gli errori di rotta.
La mostra è stata realizzata dall'Archivio Museo dei Malaspina di Mulazzo e dal Museo Archivio della Memoria di Bagnone, in collaborazione con l'I.I.S. "Leonardo da Vinci" di Villafranca in Lunigiana, nell'ambito delle iniziative previste al'interno del progetto della regione Toscana Amico Museo 2009.
La mostra è stata donata dai musei promotori all'Istituto Sociopsicopedagogico di Pontremoli.
I pannelli della mostra
- Alessandro Malaspina e la sua spedizione scientifica
- Gli anni della formazione
- Le prime esperienze marinare
- La preparazione della spedizione
- I principali protagonisti
- L'itinerario ed i risultati del viaggio - La cartografia
- L'itinerario ed i risultati del viaggio - Le regioni visitate (I)
- L'itinerario ed i risultati del viaggio - Le regioni visitate (II)
- L'itinerario ed i risultati del viaggio - Le popolazioni incontrate
- L'itinerario ed i risultati del viaggio - La botanica
- L'itinerario ed i risultati del viaggio - La zoologia
- Sette anni di segregazione - Il rientro in Italia
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Alessandro Malaspina progettò e realizzò, per la corona di Spagna, la più importante spedizione marittima e scientifica del Settecento.
Fra il 1789 ed il 1794 furono visitati quasi tutti i possedimenti ispanici delle Americhe e dell’Asia, oltre ad alcuni tratti della Nuova Zelanda, dell’Australia e dell’arcipelago di Tonga.Purtroppo la caduta in disgrazia del navigatore, ad un anno dal rientro della spedizione, impedì la pubblicazione degli imponenti risultati scientifici del viaggio.E’ per questo che Malaspina seguita ad essere misconosciuto, sebbene la sua perizia nautica sia stata almeno pari a quella dei più famosi navigatori del suo secolo – Luis-Antoine de Bougainville, James Cook, Jean-François de Lapérouse – ed il suo bagaglio culturale sia stato di gran lunga maggiore.
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- Alessandro Malaspina, incisione di Antonio Dalcò da un disegno del pontremolese Antonio Ricci (1815)
- Itinerario della spedizione
- Stemma dei Malaspina di Mulazzo
- Stemma della corona di Spagna
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Alessandro Malaspina nacque a Mulazzo il 5 novembre 1754 dal marchese Carlo Morello a da Caterina Meli Lupi dei principi di Soragna.
A Roma, dal 1765 al 1773, fu convittore del Pontificio Collegio Pio Clementino, retto dai Padri della Congregazione di Somasca. Il collegio era fra i più prestigiosi dell’epoca e gli insegnanti attribuivano particolare importanza alla discipline scientifiche.Terminato il corso, Alessandro si portò a Malta, fu accettato dell’Ordine Gerosolimitano di san Giovanni (vulgo, di Malta) e sulla flotta maltese apprese le prime nozioni dell’arte della navigazione.Nel 1774 si trasferì in Spagna, entrò nella Real Armada e fu assegnato al dipartimento marittimo di Cartagena.
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- Atto di battesimo di Alessandro Malaspina - Archivio Parrocchiale di Mulazzo, in deposito presso l’Archivio-Museo dei Malaspina (Mulazzo)
- Mulazzo - inc. Bramati (1850 ca.)
- Il Collegio Pio Clementino, ultimo edificio a destra - inc. G. B. Piranesi
- Malta - stampa sec. XIX
- Un vascello
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Nel 1775 Malaspina partecipò ad operazioni militari a Melilla e ad Algeri; dal 1777 al 1779 compì un primo viaggio alle Filippine; dal 1780 al 1782, trovandosi la Spagna in conflitto con l’Inghilterra, partecipò alla battaglia di Capo Santa Maria ed all’assedio di Gibilterra.
Nel 1782 fu accusato di eresia e denunciato al tribunale dell’Inquisizione; l’accusa era fondata anche sul fatto che l’ufficiale era solito leggere libri francesi ed inglesi che non avevano il visto della censura.
Dal 1783 al 1784 e dal 1786 al 1788 compì altri due viaggi alle Filippine.Nel corso dell’ultimo viaggio, nel quale comandava la fregata “Astrea”, nacque in Malaspina l’idea di proporre alla corona di Spagna la realizzazione di una complessa spedizione marittima avente lo scopo di approfondire la conoscenza scientifica dell’immenso impero spagnolo.
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- Algeri - inc. sec. XIX
- Il porto di Cavite - olio di anonimo, Museo Navale di Madrid
- Batterie galleggianti corazzate utilizzate nell’assedio di Gibilterra
- Rotta della fregata “Astrea”
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Gli obiettivi della spedizione erano ambiziosi: ogni regione visitata sarebbe stata studiata sotto il profilo botanico, zoologico, mineralogico. Delle popolazioni indigene si sarebbero raccolte notizie riguardanti gli idiomi, le credenze religiose, i costumi e gli assetti giuridici.
Inoltre sarebbero state tracciate carte geografiche ed idrografiche. Le coordinate geografiche sarebbero state calcolate in modo più preciso di quanto fatto fino al allora.Per conseguire tali obiettivi Malaspina poté contare sull’appoggio incondizionato di Antonio Valdés, ministro della Marina.Nell’arsenale della Carraca (Cadice) furono espressamente costruite due corvette, alle quali furono imposti i nomi augurali di “Descubierta” ed “Atrevida”.Il Comandante chiese ed ottenne consigli ed aiuti (in libri, carte, strumenti nautici) da parecchi uomini di cultura di vari paesi d’Europa. Citiamo Joseph Namks, presidente della Royal Society, Tommaso Valperga di Caluso, segretario della Reale Accademia delle Scienze di Torino, l’astronomo francese Joseph-Jerôme de Lalande, il naturalista Lazzaro Spallanzani, lo statista modenese Gherardo Rangoni, gli astronomi di Brera De Cesaris, Oriani e Reggio.
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- Le due corvette
- Sezione delle corvette - manoscritto autografo di Malaspina
- Lazzaro Spallanzani
- Frontespizio della Storia antico del Messico di Clavijero
- Frontespizio della Scienza della legislazione di Filangeri
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Malaspina, comandante della “Descubierta”, volle che a comandare la “Atrevida” fosse l’ufficiale José Bustamante y Guerra. Comandanti in seconda delle due corvette furono Dionisio Alcalá Galiano e Cayetano Valdés. Direttore della cartografia fu Felipe Bauzá y Cañas.
Quali medici di bordo furono scelti due ottimi insegnanti del Collegio di Chirurgia di Cadice: Pedro María González e Francisco Flores Moreno.Responsabile del settore naturalistico fu Antonio Pineda, che coordinò i lavori del e naturalista boemo Thaddaus Haenke e del botanico francese Louis Née.Particolarmente complessa si rivelò la scelta dei disegnatori: José del Pozo e José Lindo parteciparono solo alla prima parte del viaggio e furono sostituiti dal lombardo Ferdinando Brambilla e dal parmense, di origine francese, Giovanni Ravenet.Era italiano anche il più giovane guardiamarina: il cremonese Fabio Ala Ponzone ed era di origine toscana Juan Vernacci, ufficiale astronomo.Anche un lunigianese fece parte dell’equipaggio, in qualità di cameriere del comandante: era il villafranchese Francesco Rossi.
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- José Bustamante
- Dionisio Alcalá Galiano
- Cayetano Valdés y Flores
- Felipe Bauzá
- Antonio Pineda
- Stemma di Fabio Ala Ponzone
- Esperimenti sulla gravità
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La spedizione salpò da Cadice il 30 luglio 1789, attraversò l’Oceano Atlantico a giunse a Montevideo il 21 settembre. Dopo una sosta nel Río de la Plata furono visitate la Isole Falkland (allora dette Malvine) e la Patagonia, fu doppiato il Capo Horn e fu risalita tutta la costa pacifica delle Americhe fino all’Alaska, con varie soste intermedie, fra cui Valparaíso, Lima, Acapulco.
In Alaska fu studiato il grande ghiacciaio che scende dal Monte S. Elia e che in seguito verrà intitolato al Navigatore.Tornata ad Acapulco, la spedizione attraversò il Pacifico, con una sosta nell’isola di Guam, e giunse alle Filippine. Ivi e corvette si separarono: la “Atrevida” si spinse a Macao mentre i cartografi della “Descubierta” si occupavano della cartografia dell’isola di Luzón,In seguito la spedizione toccò Doubtful Bay (Nuova Zelanda) e Port Jackson (Australia).La tappa successiva fu alle Isole del Vavao (dette anche Isole degli Amici – oggi Tonga) e da lì tornarono verso l’America meridionale, con soste a Valparaíso, alle Isole Falkland. ed a Montevideo. Da quel porto le corvette fecero vela verso Cadice, ove giunsero il 21 settembre 1794.
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- Baia di Montevideo
- Nootka
- Isole Malvine
- Costa dell’America Nord-occidentale
- Baia del Desengaño
- Isole del Vavao
- Doubtful Bay
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Malaspina scelse di non visitare la regione dei Caraibi poiché, essendo possedimento spagnolo da quasi tre secoli, la sua conoscenza poteva considerarsi sufficiente.
Delle altre regioni, viceversa, nessuna fu trascurata ed in diversi casi i naturalisti si spinsero anche nell’interno.Le vedute disegnate dai pittori della spedizione hanno valore non solo artistico ma anche storico: in non pochi casi ci troviamo dinnanzi alla prima rappresentazione di una terra, di una città o di un edificio; e ben poco di ciò che fu veduto è giunto immutato fino a noi.
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- Montevideo
- Buenos Aires
- Lima
- Acapulco
- Nootka
- Valparaíso
- Baia del Desengaño
- Panáma
- Porto di Umatac
- Cattedrale di Manila
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Gli ufficiali ed i naturalisti ovunque stabilirono ottime relazioni con gli indigeni, di cui annotarono costumi, credenze e canti.
Nel dar notizia del rientro della spedizione così il Giornale de’ Letterati di Pisa così scrisse:“...e per colmo di felicità niuno di questi riconoscimenti ha costato una sola lagrima al genere umano, cosa senza esempio in quanti viaggi di questa specie si sono fatti ne’ tempi antichi e moderni. Tutte le tribù e popoli visitati benediranno la memoria di quelli che, invece di contaminarsi le mani nel sangue loro, gliele hanno solamente stese per lasciarvi nozioni istrumenti e semenze utili”.
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- Catiguala e figlio
- Indigeni del Río Napo
- Indigena della Patagonia
- Indigeni di Nootka
- Cacicco di Mulgrave che chiede la pace
- Moglie di Vuna
- Negra di Manila
- Meticci di Manila
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Migliaia furono le specie botaniche, poco o per nulla conosciute, raccolte dai naturalisti della spedizione. Costoro formarono cospicui erbari - che in parte ci sono pervenuti e si conservano negli archivi dei giardini botanici di Madrid, Praga e Firenze – ma neppure si trascurò di disegnare molte piante, nei loro vari particolari: foglie, fiori, frutti, radici...
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I naturalisti, quando era possibile, impagliavano esemplari della fauna incontrata, allo scopi di inviarli al Gabinetto di Storia Naturale di Madrid. Quando ciò non era possibile, gli animali venivano accuratamente disegnati. Grazie a quel lavoro oggi disponiamo di disegni di specie da tempo estinte.
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Il rientro della spedizione in Spagna fu salutato con grande entusiasmo. Ma nei cinque anni di lontananza dall’Europa molto era cambiato e Malaspina non se ne avvide.
Durante il viaggio egli si era reso conto che l’immenso impero spagnolo rischiava di dissolversi, se non si fosse rapidamente provveduto ad una serie di profonde riforme. Ritenne che fosse suo dovere renderne edotto il sovrano ed a tale scopo stilò un memoriale nel quale si proponeva una decisa svolta politica. Il primo mutamento – a giudizio di Malaspina – doveva consistere nel governo. Però Manuel Godoy – all’epoca primo ministro – ebbe sentore di quel progetto e riuscì a persuadere il monarca (il debole Carlo IV) che l’ufficiale in realtà perseguiva non il rafforzamento dell’impero spagnolo, bensì la creazione di una repubblica giacobina analoga a quella stabilitasi in Francia. Alessandro Malaspina fu arrestato e, con motu proprio reale, degradato e segregato nella fortezza di San Antón, nel golfo della Coruña.
Qui il segregato si dedicò a quegli studi economici ed umanistici che sempre lo avevano attratto.
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- Castello di San Antón della Coruña
- Veduta della Coruña
- Frontespizio del manoscritto di Alessandro Malaspina
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Su pressione di Napoleone, a sua volta sollecitato da Francesco Melzi d’Eril, vice presidente della Repubblica Italiana, verso la fine del 1802 la segregazione di Malaspina fu commutata in esilio perpetuo dalla Spagna.
Nel marzo 1803 Malaspina giunse a Genova e, dopo un breve soggiorno a Mulazzo, prese dimora a Pontremoli.Nel 1804 ricevette dal governo italico l’incarico di organizzare e dirigere un cordone sanitario fra la Repubblica Italiana ed il Regno d’Etruria; poco dopo fu nominato auditore del Consiglio di Stato.Nel contempo si occupava di proposte politico-amministrative, che in parte furono accolte, a favore dei contribuenti lunigianesi.Ebbe scelte relazioni sociali e culturali non solo nell’ambiente lunigianese, ma anche in quello fiorentino e lombardo.In seguito dovette occuparsi di liti patrimoniali con il fratello Luigi ed infine si manifestarono i primi sintomi del male incurabile che lo avrebbe condotto a morte il 9 aprile 1810.Fu sepolto nel cimitero di Verdeno, ma nulla rimane della sua tomba.
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- Francesco Melzi d’Eril
- Casa di Pontremoli
- Cattedrale di Pontremoli
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Alessandro Malaspina al fratello AzzoGiacinto
Cadice, 26 dicembre 1788
[…]Per Genova mandatemi subito una raccoltine de migliori libri politici italiani, fra quali particolarmente la Legislazione di Filangieri, le Lettere Americane del Carli, la Storia del Chile e del Messico scritte da due exgesuiti ultimamente [J. I. Molina, Compendio della storia geografica, naturale e civile del Regno del Chile e Saggio sulla storia naturale del Chile; F. J. Clavijero, Storia antica del Messico]. Agiungetevi quei libri che vi pajono utili per i miei particolari studj di politica e comercio e per i necessarj in questo momento di fisica, elettricità […] ed il suo beneficio od indagazioni curiose […].
Tratta da: Dario Manfredi, Alessandro Malaspina e Fabio Ala Ponzone : lettere dal Vecchio e Nuovo Mondo, 1788-1803, Bologna: Il mulino, 1999 -(Collana dell'Istituto italo-latino americano. Studi), pp. 151-152.
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- Raccolta di tutti i viaggi intorno al mondo fatti da diverse nazioni dell'Europa
- Viaggio intorno al mondo fatto dalla nave inglese il Delfino
- Supplément au voyage de M. de Bougainville
- Le letture politico economiche di Malaspina:La scienza della Legislazione di Filangieri (importanza dell'illuminismo italiano partenopeo per la formazione del Malaspina)
- Gaetano Filangeri
- La divulgazione della conoscenza delle Americhe secondo i dettami del clima culturale illuminista europeo
- Storia antica del Messico
- Gli interlocutori culturali Italiani di Alessandro Malaspina: Lazzaro Spallanzani
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- FLORIDABLANCA, José MOÑINO, conde de
- GREPPI, Paolo
- GODOY Y ALVAREZ DE FARIA, Manuel
- JUAN Y SANTACILLA, Jorge
- MELZI D'ERIL, Francesco
- RODRÍGUEZ DE CAMPOMANES, Pedro. Conde de Campomanes
- ORIANI, Barnaba
- RANGONI, Gherardo
- SPALLANZANI, Lazzaro
- TOFIÑO Y SANMIGUEL, Vicente
- ULLOA Y DE LA TORRE-GUIRAL, Antonio
- VALDÉS Y BAZÁN, Antonio
- VALPERGA DI CALUSO, Tommaso
FLORIDABLANCA, José MOÑINO, conde de (1728-1808) Statista spagnolo. Nominato da Carlo III membro del Consejo de Castilla, ebbe parte notevole nelle deliberazioni che condussero all'espulsione dei Gesuiti dalla Spagna (1767); ambasciatore presso la Santa Sede nel 1772, creato conte di Floridablanca nel 1773, nel 1777 subentrò a Grimaldi e divenne primo ministro. Il suo governo – che ebbe l'appoggio della migliore intelligenza spagnola - favorì le comunicazioni, le arti, le scienze, l'economia e seguì una saggia politica finanziaria; nei rapporti con l'estero si sforzò di praticare una politica indipendente da quella francese. A Madrid avviò la costruzione dell'osservatorio astronomico e del Gabinetto di Storia Naturale. Promosse la fondazione del Banco di San Carlos, il rilancio della Real Compañía de Filipinas e lo sviluppo della Real Armada. Nel 1792, a causa di intrighi di Manuel Godoy e del conte di Aranda, dovette dimettersi e subì un processo, sotto accusa di malversazioni, che si concluse nel 1795 con la piena assoluzione. Nel 1808, ottantenne, si pose a capo della Junta Central sorta per combattere i francesi. Dario Manfredi
GREPPI, Paolo (1748-1800)Di antica famiglia della piccola nobiltà lombarda (il titolo di conte fu concesso da Maria Teresa ad Antonio - il vero artefice dell'immensa fortuna economica della famiglia e padre del nostro personaggio - solo nel 1778), Paolo nacque nel 1748 e, ancor minorenne, dopo aver studiato a Vienna, fu avviato dal padre al commercio ed associato alla casa commerciale Agazzini, che operava in Cadice. Dal 1769 Paolo Greppi costituì una nuova società, con soci che mutarono negli anni, la quale operò con alterne, ma nel complesso buone, fortune fino al 1799. A tale attività Greppi accompagnò ben presto quella diplomatica, essendo stato nominato console generale dell'Impero in Cadice (1774), console della Repubblica di Ragusa (1782) e del Granducato di Toscana; in qualità di console imperiale era anche decano del corpo consolare di Cadice. Curioso ed aperto alle idee del secolo, strinse relazioni amichevoli con le maggiori personalità dell'epoca, fra cui Francesco Melzi d'Eril. A Cadice, sposatosi segretamente con Rita María Díaz y Vivas, Paolo si legò particolarmente agli italiani che colà vivevano - in primis Federico Gravina ed Alessandro Malaspina; con quest'ultimo si mantenne in corrispondenza per tutta la vita. Dal 1788 si trasferì a Madrid, per meglio curare le relazioni pubbliche connesse ai propri commerci, e nel 1791, per effetto delle vicende politiche europee, decise di tornare in Italia, non senza soggiornare, prima, a Parigi ed a Vienna. In Lombardia, già costituitasi la repubblica, fu tanto stimato da Napoleone quanto inviso ai fautori delle tendenze più radicali, sì che ritenne opportuno sottrarsi a dirette responsabilità politiche, preferendo trasferirsi in Toscana e seguitare privatamente ad osservare e commentare con alcuni amici (tra cui Federico Manfredini e Nicólas de Azara) lo sviluppo della politica europea. Nel 1799 Greppi si trasferì a Parigi, ma abbiamo pochissime notizie su tale periodo; sappiamo tuttavia che accettò di entrare nella commissione finanze della Consulta della Repubblica Cisalpina, seggio che occupò per soli due mesi, giacché morì, in Parigi, il 14 settembre del 1800. Dal 1796 operò attraverso vari canali per ottenere la liberazione di Malaspina. Dario Manfredi
Bibliografia G. GREPPI, La Rivoluzione Francese nel carteggio di un osservatore italiano (Paolo Greppi), Milano, Hoepli, 1900-1904, voll. 3.
E. GREPPI, «Il conte Antonio Greppi (1722-1799), imprenditore, finanziere, diplomatico nella Lombardia austriaca del Settecento», Archivio Storico Lombardo, CXXI (1995), Milano, Cisalpino, 1996, pp. 399-429.
G. LIVA, «L'Archivio Greppi e l'attività della filiale di Paolo Greppi a Cadice nella corrispondenza commerciale (1769-1799)», Archivio Storico Lombardo, CXXI (1995), Milano, Cisalpino, 1996, pp. 431-487.
AA.VV., «Finanza e politica nell'età di Maria Teresa: Antonio Greppi (1722-1799)», Archivio Storico Lombardo, CXXII (1996), Milano, Cisalpino, 1997, pp. 137-399.
GODOY Y ALVAREZ DE FARIA, Manuel (1767- 1851) Di famiglia nobile ma povera, raggiunse rapidamente i più alti gradi nelle Guardie del Corpo, protetto dalla regina Maria Luisa che molti ritennero la sua amante. Tenente generale e capo del governo di Spagna, fu destituito nel 1799 ma rimase a corte come consigliere in ragione anche del suo matrimonio con Maria Teresa di Borbone, figlia naturale dell' infante Luigi. Dal 1801 al 1808 resse nuovamente il governo spagnolo ed infine seguì i suoi sovrani, Carlo IV e Maria Luisa nell' esilio in Italia. Dopo la sconfitta di Napoleone, a causa dell’ostilità manifestata dal re Ferdinando VII, non gli fu permesso il ritorno in patria. Rientrerà in Spagna soltanto nel 1847 per concessione della regina Isabella II.
JUAN Y SANTACILLA, Jorge (1713 - 1773) Fu ammesso molto giovane nell'ordine dei cavalieri di Malta. Conclusi gli studi di Guardiamarina all'Accademia di Cadice, fu nominato da Filippo V insieme ad Antonio de Ulloa (1734) per far parte della spedizione in Ecuador organizzata dall'Accademia delle Scienze di Parigi per misurare un arco del meridiano terrestre. A Cartagena de Indias si incontrarono con i francesi Louis Godin, Pierre Bouger, Charles La Condamine e Joseph Jussien che completavano la spedizione e i cui lavori durarono nove anni. Al suo ritorno in Spagna pubblicò le Observaciones astronómicas fìsicas hechas de orden de S.M. en los reinos del Perù con la Relación histórica del viaje, redatta da Antonio de Ulloa. Questa opera fu stampata senza difficoltà grazie all' aiuto prestato dal marchese della Ensenada. Fu mandato a Londra (1748 ) in missione segreta per conoscere lo stato delle costruzioni navali per riportare in patria strumenti e libri e per contrattare personale specializzato su incarico di Ensenada. In Spagna organizzò un piano generale di costruzioni navali e un progetto per la direzione degli arsenali. Come direttore della Accademia dei Guardiamarina di Cadice (1752) organizzò con Tofiño e Godin una Asamblea Literaria Amistosa, che costituì la base della Reale Società di Scienze di Madrid, già nei progetti del marchese della Ensenada. A Cadice creò un osservatorio astronomico e pubblicò un Compendio di Navegación per la scuola dei Guardiamarina. A quest'epoca era commendatore di Aliaga dell'ordine dei Cavalieri di San Giovanni di Malta. Nel 1796 fu nominato ambasciatore in Marocco. Nel 1770 preparò i piani di studio del Seminario Reale dei Nobili di Madrid e un progetto per la creazione dell' Osservatorio Astronomico di Madrid che fu portato a termine molti anni più tardi.
MELZI D'ERIL, Francesco (1753-1816) Uomo politico di vasta e aperta cultura (viaggiò in Francia, in Inghilterra, in Spagna), assertore di un liberalismo moderato, nel 1796 dovette subire persecuzioni da parte di estremisti della Repubblica Cisalpina, ma nella primavera del 1797 Napoleone lo volle membro del Comitato di Finanza. Melzi rappresentò la Repubblica Cisalpina nel Congresso di Rastadt, ma si ritirò nei suoi possessi di Spagna dopo il fallimento del congresso. Avverso al regime repubblicano, avrebbe voluto un forte stato monarchico nell'Italia settentrionale, equilibratore tra Francia ed Austria; tuttavia, quando Napoleone costituì la Repubblica Italiana (Comizi di Lione: 1802), accettò di esserne il vicepresidente (presidente era lo stesso Napoleone). Con l'avvento del Regno Italico cessò da ogni carica. Nel 1807 ebbe il titolo di Duca di Lodi. Assai amico di Paolo Greppi, ebbe sicuramente un ruolo importante nella liberazione di Alessandro Malaspina. Durante la sua vicepresidenza affidò a Malaspina alcuni incarichi pubblici (ispezione delle coste adriatiche della Repubblica, costituzione di un cordone sanitario...) e ne ascoltò il parere. Dario Manfredi
RODRÍGUEZ DE CAMPOMANES, Pedro. Conde de Campomanes (1723-1803) Politico, giureconsulto ed economista, nel 1748 entrò alla Academia de la Historia partecipando attivamente al progetto del dizionario geografico e nel 1762 fu nominato Procuratore del Re nel Consiglio Supremo di Castiglia. Il suo interesse per l'agricoltura e per la distribuzione delle terre dal punto di vista legale lo portò a scrivere il Tratado de la regaliá de amortización (1765). Fu fondatore della Sociedad Económica de Amigos del País e lavorò nella sezione agricola della Sociedad Económica Matritense. Incaricato di presiedere il Consejo de La Mesta, visitò le sue zone di influenza, realizzando una esauriente relazione tecnica su tale istituzione, sui suoi vantaggi e sui suoi inconvenienti. Oltre a contribuire alla flessibilità e all'agibilità del commercio con mezzi che favorivano gli industriali i commercianti e gli agricoltori, prese parte alla riforma dei piani di studio delle università e in collaborazione con il Conte di Aranda, contribuì all'espulsione dei Gesuiti e alla distribuzione delle loro biblioteche a centri di studio ufficiali. Dal 1786 occupò di fatto la Presidenza del Real Consejo Supremo de Castiglia. Nel 1789 aprì le Cortes portando a votazione la riammissione della legge che permetteva alle donne di governare e che Filippo V aveva abrogato. Le Corti votarono a favore però Carlo IV non la ratificò. La sua influenza decadde durante il regno di Carlo IV a favore del Conte di Floridablanca e nel 1791 si dimise da tutti gli incarichi e si ritirò a vita privata. Il catalogo completo delle sue opere fu pubblicato da Sempere y Guarinos nella Bibliografía de los escritores del reinado de Carlos III.
ORIANI, Barnaba (1752-1832) Astronomo e geodeta. Direttore della specola di Brera, a Milano, assolse molti importanti incarichi in Italia e all'estero, specie sotto Napoleone, che lo colmò di onori. Notevoli le sue ricerche sulla rifrazione astronomica, sull'obliquità dell'eclittica, sulle teorie orbitali ecc. ; ma la sua massima ricerca è quella relativa al pianeta Urano, scoperto da W. Herschel nel 1781, di cui l'Oriani fu assiduo osservatore e calcolatore degli elementi orbitali, fino alle tavole pubblicate nel 1793. Dario Manfredi
RANGONI, Gherardo (1744-1815) Di antica e nobile famiglia modenese, frequentò il Collegio de' Nobili di Parma e terminò gli studi presso l'Accademia di Savoja a Vienna. Nel 1773 Francesco III d'Este, duca di Modena, lo nominò ministro del Collegio d'Educazione dei Nobili e membro del dicastero che gestiva l'Università degli Studi. In tali istituti introdusse profonde riforme, volte allo sviluppo di varie discipline, sia umanistiche che scientifiche. Il duca Ercole III, non appena succeduto al padre, lo volle ministro per gli Affari Interni. Anche in tale attività Rangoni si distinse per lo zelo riformatore: modificò il Codice Civile, liberalizzò il commercio dei grani, soppresse l'Inquisizione (nella cui sede istituì l'Accademia di Belle Arti), si oppose alla manomorta ecclesiastica, aprì cimiteri. In tale periodo fondò un'accademia di scienze - con sede nel proprio palazzo - che fu frequentata dai migliori ingegni modenesi (Girolamo Tagliaboschi, Giovan Battista Vandelli, Michele Rosa...). Allontanatosi (o allontanato) dal governo, per qualche tempo attese alle proprie faccende ma, alla discesa dell'esercito francese, Ercole III, prima di abbandonare il suo stato, istituì una Reggenza amministrativa e vi pose a capo il Rangoni. Con l'avvento della repubblica, lo statista abbandonò Modena (1797) e si trasferì a Vienna, ove ebbero termine i suoi giorni. Lasciò scritti di filosofia, diritto, economia e storia.
Bibliografia
G.B. VENTUNI, Memoria intorno alla vita del marchese Gherardo Rangone [sic] letta al Cesareo-Regio Istituto di Scienze in Milano il giorno XIC dicembre MDCCCXVI dal cavaliere..., Modena, Eredi Soliani, 1818, 68 pp.
Dario Manfredi
SPALLANZANI, Lazzaro (1729-1799) Biologo, sacerdote. Professore nel collegio di Reggio nell'Emilia, poi nell'Università di Modena (1763); dal 1769 tenne la cattedra di scienze naturali nell'Università di Pavia. Applicò con rara perizia il metodo sperimentale ad alcuni dei più vasti ed importanti problemi della biologia, raggiungendo risultati di fondamentale importanza, che sono ancora considerati fra i più significativi della biologia moderna. Eseguì numerose ricerche sulla generazione e la respirazione degli anfibi. Delle moltissime opere minori, sono degni di ricordo gli studi sulla facoltà dei pipistrelli di orientarsi nell'oscurità e di evitare gli ostacoli, capacità di cui soltanto in questi ultimi anni si è trovata la spiegazione; gli studi sull'elettricità delle torpedini; le ricerche di biologia marina (eseguite a Portovenere le riflessioni sull'animalità delle spugne; le molte osservazioni relative alla zoologia descrittiva, alla mineralogia, alla geologia, alla fisica, ecc. contenute nelle relazioni dei suoi viaggi (Viaggio alle Due Sicilie, 1792-97; Viaggio in Oriente). In tutte le opere dello Spallanzani si ammira, oltre all'eccellenza della sperimentazione e alla precisa e chiara posizione dei problemi in senso scientifico, senza concessioni alle interpretazioni metafisiche, la notevole maestria dello scrittore. Ad Alessandro Malaspina, che gli aveva chiesto orientamenti sulle ricerche zoologiche da compiersi durante la spedizione, inviò un lungo scritto.
Bibliografia
M. JIMENÉZ DE LA ESPADA, «Un autógrafo del abate Spallanzani», Anales de la Sociedad Española de Historia Natural, vol. I, cuad. II, 1872, pp. 163-181. J. ROSTAND, Lazzaro Spallanzani e le origini della biologia sperimentale, Torino, Einaudi, 1969. P. DI PIETRO, Lazzaro Spallanzani, Modena, Aedes Muratoriana, 1979. P. DI PIETRO, «Consigli naturalistici di Lazzaro Spallanzani per la spedizione scientifica Malaspina», Atti della Società Naturalistica e Matematica, Modena, n. 112, 1981, pp. 23-40.
Dario Manfredi
TOFIÑO Y SANMIGUEL, Vicente (1732 - 1795) Seguì la carriera militare e nel 1755 fu chiamato da Jorge Juan per ricoprire l'incarico di terzo professore di matematica all'Accademia di Guardiamarine di Cadice. Nel 1757 entrò in marina ottenendo promozioni successive. Fu nominato secondo insegnante di matematica nell'Accademia e nel 1768 ricoprì l'incarico di direttore fino al 1789. Dedicatosi all'Astronomia nell'Osservatorio di Cadice, osservò nel 1769 il passaggio di Venere davanti al disco solare, così come è stato descritto da Lalande nel suo Tratado de Astronomia. Scrisse le Observaciones astronómicas hechas en Cádiz... in collaborazione con José Varela y Ulloa. La qualità del suo lavoro nell'Osservatorio fu elogiata dai francesi Borday e Pingré, che fecero un viaggio a Cadice nel 1771-1772 e del quale pubblicarono una relazione sei anni dopo. Tutto questo valse a Tofiño l'ammissione all'Accademia delle Scienze di Parigi come corrispondente di Borday. Nel 1783 fu incaricato della elaborazione di un Atlas Marítimo de España, al quale collaborarono fra gli altri Alcalá Galiano, Espinosa y Tello e Vargas Ponce e dove si utilizzarono i migliori strumenti del periodo che Jacinto Magallanes aveva inviato da Londra. Questa opera fu conclusa nel 1789 e la documentazione ottenuta dalla commissione diede impulso alla creazione del Deposito Idrografico. Tofiño fu membro della Real Accademia de la Historia, della Real Academia de la Ciencias de Lisbona e delle Associazioni Basche e Maiorchine degli Amigos del País.
ULLOA Y DE LA TORRE-GUIRAL, Antonio (1716-1795) Nel 1734 fu designato come compagno di Jorge Juan per la spedizione in Ecuador, organizzata dall' Accademia delle Scienze di Parigi. Nel viaggio di ritorno, mentre si trovava su una nave francese, fu fatto prigioniero dagli inglesi. Dopo una serie di circostanze avverse fu posto in libertà. Approfittò del soggiorno a Londra per migliorare le sue conoscenze e con l'aiuto del ministro Harrington, che era stato in precedenza ambasciatore a Madrid, fu presentato a Martin Folks, presidente della Reale Società di Londra, in cui fu accolto come socio alla fine del 1746. Quando con il trattato di Fontainebleau la Luisiana meridionale fu ceduta alla Spagna, ne fu nominato governatore (1765). Tornò in patria qualche anno più tardi e si stabilì nell'isola di León, a Cadice. Compilò molte opere teoriche e pratiche per i naviganti; soprattutto importanti sono però quelle relative al suo viaggio in Sudamerica, le Noticias americanas...., stampate nel 1772, e le Noticias Secretas de América, pubblicate a Londra nel 1826, oltre alla Relación histórica del viaje a la América Meridional (1748). Moderatamente riformista, influenzò molte le idee politiche di Malaspina.
VALDÉS Y BAZÁN, Antonio (Burgos, 1744 - Madrid, 1816) Nativo di Burgos, ottenne il grado di guardiamarina a Cádiz, dopo essere stato ammesso nell'Ordine di Malta, ove raggiunse il grado di balì, gran croce e commendatore. La sua carriera nella Marina di Spagna fu brillante. Già con il grado di capo di squadra, fu nominato ispettore generale del 1782 e, alla morte di Castejón, ebbe il ministero della Marina, alla quale diede notevole impulso migliorando la preparazione scientifica dei giovani ufficiali, l'organizzazione dell'Armada, l'assetto degli arsenali; promosse anche numerose spedizioni marittime, tra cui quella di Malaspina, le cui scelte sempre appoggiò. Ebbe poi l'incarico della Secretaría de Estado e del Despacho Universal de Indias; sotto Carlo IV salì al grado di capitano generale dell'Armada. Valdés si dimise da ministro nel novembre 1795, pochi giorni prima dell'arresto di Malaspina, ma il sovrano gli conservò il seggio in seno al consiglio di stato. Nel 1799 pubblicò uno scritto sullo stato della marina che sollevò l'irritazione di Godoy; a seguito di ciò, Valdés si ritirò a Burgos e solo Fernando VII lo richiamerà a corte. Dario Manfredi
Bibliografia I. RAMILA, Un burgalés ilustre: el Baylío Don Antonio Valdés, Burgos, Hijos de Santiago Rodríguez, s.d. pp. 34 e segg. F. de P. PAVÍAa, Galería Biográfica de los Generales de marina, jefes y personajes notables que figuraron en la misma desde 1700 a 1868, Madrid, López, 1873, 4 voll; v. sub voce.
VALPERGA DI CALUSO, Tommaso (1737-1815) Letterato, uomo di profonda e varia dottrina, scrisse di matematica e d'astronomia ma, soprattutto, fu un g grande conoscitore di lingue orientali (specialmente il copto e l'ebraico). Scrisse anche un saggio di estetica del bello ideale. Segretario della Reale Accademia delle Scienze di Torino, fino al 1801, nel 1789 - dietro premure di Gherardo Rangoni – favorì la nomina di Alessandro Malaspina ad accademico corrispondente e gli inviò una serie di quesiti e di suggerimenti per la spedizione scientifica. Fu anche direttore dell'osservatorio astronomico di Torino ed insegnò nell'Università di tale città, ma fu allontanato dall'insegnamento con la caduta del regime napoleonico. Dario Manfredi
Atrevida, alias Santa Rufina e Descubierta, alias Santa Justa
Corvette da 306 tonnellate, con ponte di batteria coperto e tre alberi, con capacità di 20 cannoni da 6. Lunghezza 120 piedi, larghezza 31 piedi e 6 pollici altezza all'albero maestro 15 piedi e 6 pollici.
Mexicana e Sutil
Golette da 46 tonnellate convertite in brigantini con vele aggiunte a poppa e a prua, costruite a Saint Blas nel 1791.
- ALA PONZONE,Fabio
- ALCALÁ GALIANO, Dionisio
- BAUZÁ Y CAÑAS, Felipe
- BRAMBILLA, Fernando
- BUSTAMANTE Y GUERRA, José de
- CARDERO, José
- CEVALLOS Y BUSTILLO, Ciriaco
- ESPINOSA Y TELLO DE PORTUGAL, José Francisco de
- GUÍO, José
- GUTIÉRREZ DE LA CONCHA, Juan
- HAENKE, Tadeo
- NEÉ, Luis
- PINEDA Y RAMÍREZ, Antonio
- POZO, José
- RAVENET, Juan
- VALDÉS Y FLORES, Cayetano
- VERNACCI Y RETAMALVIANA, Francisco Javier de
ALA PONZONE, Fabio (1770-1817) Nacque a Cremona (Lombardia, Italia) da una famiglia di antica nobiltà lombarda (il cognome, allora, aveva la forma Ali Ponzoni). Il cappellano della famiglia - l'ex gesuita Ramón Ximénez de Cernabe - diresse i suoi primi studi. Il 5 maggio 1787 fu ammesso nell'Accademia dei Guardiamarina di Cadice, con uno speciale permesso reale, dato che non aveva ancora compiuto i 18 anni. La famiglia Ala Ponzone era lontanamente imparentata con quella Malaspina (tramite Giovanni Sforza d'Aragona, viceré di Sicilia) e ciò spiega perché Alessandro, non appena rientrato a Cadice dopo il periplo con la fregata «Astrea», decise di far partecipare il giovane alla spedizione. Fabio partecipò all'intera impresa, tuttavia il Comandante non doveva esser molto soddisfatto della sua condotta, poiché verso la metà del viaggio lo trasferì sulla «Atrevida», agli ordini di José Bustamante. Dopo l'arresto di Malaspina, Fabio fu rinviato al dipartimento di Cadice e quasi subito, imbarcato sulla fregata «Juno», fu destinato al Golfo del Messico. Dal 1796 a 1802 Fabio compì alcune missioni nelle Antille. Agli ordini di Ciriaco Cevallos si occupò dei rilevamenti cartografici del Seno Mexicano. Terminati tali lavori, fu destinato a Veracruz – tracciò la carta idrografica di quel porto – ove, in seguito, comandò le Matrículas del Mar, le lance cannoniere, il corpo degli ingegneri e la Capitaneria di Porto. Occupava il proprio tempo libero nella compilazione di un Diccionario Geográfìco de América, una parte del quale oggi si conserva, inedita, negli archivi del Centro "Alessandro Malaspina" di Mulazzo. Nel 1815 ricevette il permesso di ritornare in Europa, ebbe una licenza dalla Real Armada e tornò in Italia, ove morì improvvisamente due anni dopo... mentre accompagnava una dama alla carrozza!
Bibliografia D. MANFREDI, «Un nobile cremonese nella Spedizione Malaspina: il cav. Fabio dei conti Ala e marchesi Ponzone», Rivista Araldica, LXXXV, fase. 831, aprile-giugno 1987, pp. 86-96. D. MANFREDI, «Inventari dei fondi "Ala Ponzone" e "Ramón Ximénez" conservati nell'Archivio del Centro "Alessandro Malaspina" della Spezia», Giornale Storico della Lunigiana, Nuova Serie, XL-1989 (1993), pp. 135-160. D. MANFREDI, «Noticias sobre unos inéditos geográficos del ofìcial de la Real Armada Fabio Ala Ponzone (1770-18», Latinoamérica. Territorios y países en el umbral del siglo XXI, Tarragona, 1993, pp. 235-238. D. MANFREDI, «Fabio Ala Ponzone, oficial de la Expedición Malaspina, en la costa noroeste de América», Derroteros de la Mar del Sur, Lima, IlI (1995), pp. 83-96. D. MANFREDI, Alessandro Malaspina e Fabio Ala Ponzone. Lettere dal Vecchio e Nuovo Mondo (1877-1803), Bologna, Il Mulino, 1999, 488 pp.
Testo di Blanca Sáiz, versione italiana di Dario Manfredi.
ALCALÁ GALIANO, Dionisio (1762-1805) Nativo di Cabra (Córdoba). Ufficiale della Real Armada. Nel 1784 iniziò a lavorare alle dipendenze di Vicente Tofiño e l'anno seguente fece parte della spedizione di Antonio de Córdoba allo Stretto di Magellano, con la fregata «Santa María de la Cabeza». Nel 1788 fu ancora con Tofiño, impegnato nella cartografia delle Azzorre e nel 1789 salpò per le Americhe con la Spedizione Malaspina, durante la quale si impegnò in lavori idrografici, cartografici ed astronomici. Nel 1792, unitamente al collega Cayetano Valdés, con le golette «Sutil» e «Mexicana», realizzò una campagna nello Stretto di Vancouver, alla ricerca del passaggio del nord-ovest descritto da Fuca. Rientrato in patria, scrisse una relazione nella quale dimostrava l'inesistenza del passaggio. In Spagna, dal 1794, propose che si tracciasse un atlante topografico della penisola, ma tale impresa - come anche la pubblicazione delle relazioni della spedizione, non ebbe alcun esito a causa dei sospetti che la disgrazia di Malaspina, di riflesso, fece ricadere sui suoi più fidi collaboratori. In effetti, Alcalá Galiano fu buon amico di Malaspina. L'ufficiale perì nella battaglia di Trafalgar, al comando del vascello «Bahama».
Bibliografia J. SALVÁ, Alcalá Galiano, Cartagena, Imprenta del Departamento Marítimo Cartagebìna, s.d.154 pp. J. KENDRICK - R. INGLIS, Voyages des lumières. Malaspina et Galiano sur la Côte Nord Ouest. 1791-1792, Vancouver, Vancouver Maritime Museum Society, 1991, 82 pp. D.C. CUTTER, Malaspina & Galiano. Spanish Voyages to the Northwest Coast. 1791 & 1792, Vancouver-Toronto, Douglas & Mclntyre, 1991, 160 pp. J. KENDRICK, «Dionisio Alcalá Galiano, un egabrense insigne», M. PALAU – A. OROZCO (eds.), Malaspina '92 I Jornadas lnternacionales: Madrid - Cádiz - La Coruña, Cádiz, Real Academia Hispano-Americana, 1994, pp. 209-214. J. KENDRICK (ed), The last Spanish Exploration of the Northwest Coast of America The Voyage of Sutil and Mexicana. 1792, Spokane, The Arthur Clark Company, 1991, 260 pp. Dario Manfredi
BAUZÁ Y CAÑAS, Felipe (1764-1834) Nacque a Palma de Mayorca, entrò giovanissimo nella Real Escuela dei Piloti di Cartagena. Dopo alcune esperienze belliche, dal 1785 al 1787 lavorò alle dipendenze di Vicente Tofiño e poscia ottenne la cattedra di Fortificazioni e Disegno presso l'Accademia dei Guardiamarina di Cadice. Fu scelto da Malaspina quale direttore della cartografia della spedizione e, dopo il rientro a Cádiz, si occupò per qualche tempo del completamento delle carte elaborate durante il viaggio. Dopo il sequestro di tutti i materiali inerenti alla spedizione, fu destinato alla fregata «Mahonesa» e quindi catturato dagli Inglesi. Liberato qualche mese dopo, fu nominato condirettore (in subordine ad Espinosa) del Depósito Hidrográfico e mantenne tale ufficio fino al maggio 1809, epoca in cui si trasferì a Cadice, sottraendo con uno stratagemma alcune casse di documenti che i generali francesi intendevano portare a Parigi. Rientrato a Madrid dopo la caduta del regime napoleonico, riprese i suoi lavori e, alla morte di Espinosa (1815) fu nominato direttore del Depósito. Nel 1820 fu eletto deputato di Mayorca alle Cortes; avendo assunto posizioni liberali, nel 1823 dovette riparare a Londra e fu condannato a morte in contumacia. Bauzá recò con se molti e notevoli materiali January 3, 2006 copiati nel Depósito Hidrográfico. Graziato, morì improvvisamente nel 1834, proprio mentre si disponeva a rientrare in patria.
Bibliografia J. LLABRÉS BERNAL, Breve noticia de la labor científica del capitán de navío don Felipe Bauzá y sus papeles sobre América. 1764 - 1834, Palma de Mallorca, Impr. Guasp, 1934, 74 pp. U. LAMB, «The London years of Felipe Bauzá, Spanish Hidrographer in exile. 1823 -1834», The Journal of Navigation, Royal Institute of Navigation, London, XXXIV, (1981), 3, pp. 319-340. P. BARBER, «"Riches for the Geography of America and Spain": Felipe Bauzá and his topographical collection, 1789-1848», The British Library Journal, XII (1986), 1, pp. 28-57. A. DAVID, «Felipe Bauzá and the British Hydrographic Office. 1823-1834», M. PALAU - A. OROZCO (eds.), Malaspina '92. Jornadas Internacionales: Madrid - Cádiz – La Coruña, Cádiz, Real Academia Hispano Americana, 1994, pp. 235-242. C.A. BAUZÁ, «Felipe Bauzá director de cartas y planos de la Expedición Malaspina», M. PALAU - A. OROZCO (eds.), Malaspina '92. Jornadas Internacionales: Madrid - Cádiz - La Coruña, Cádiz 1992, Cádiz, Real Academia Hispano Americana, 1994, pp. 205 - 208. ID., «Alejandro Malaspina, Felipe Bauzá y la expedición "alrededor del mundo"», B. SÁIZ (ed.), Malaspina '93. Alessandro Malaspina e la sua spedizione scientifica 1789-1794. Atti del Congresso Internazionale nel Bicentenario della massima impresa di Alessandro Malaspina, Mulazzo - Cadice, Centro "Alessandro Malaspina" e Real Academia Hispano Americana, 1995, pp. 207-228. D. MANFREDI - S. VALETTINI, Dodici lettere inedite di Felipe Bauzá y Cañas ad Alessandro Malaspina, Mulazzo, Centro di Studi Malaspiniani, 1995, pp. 5+ n.n. Dario Manfredi
BRAMBILLA, Fernando (1763-1834) Pittore lombardo (nato probabilmente a Fara di Gera d'Adda o nelle immediate vicinanze). Studiò pittura all'Accademia di Belle Arti di Brera. Quando Malaspina - che aveva iniziato la spedizione con i disegnatori José del Pozo e José Guio - comprese che occorrevano artisti dotati di maggiore versatilità, si rivolse al fratello Azzo Giacinto ed agli amici Paolo Greppi e Francesco Melzi d'Eril, tramite i quali poterono essere arruolati Brambilla e Giovanni Ravenet. I due raggiunsero la spedizione ad Acapulco. Specializzato nella prospettiva, Brambilla eseguì molte vedute di Guam, Filippine, Macao, Isole degli Amici, Perù, Cile ed Argentina, superando in perizia ogni altro grafico della spedizione. Rientrato in Spagna collaborò all'incisione in rame dei suoi disegni e nel 1798 fu nominato Pintor de Cámara de S.M. Nel 1814 fu nominato direttore dell'Accademia di S. Fernando. Nel 1821 fu incaricato di dipingere una serie di vedute dei Reales Sitios, ed a tale compito attese fino alla morte.
Bibliografia C. SOTOS SERRANO, Los pintores de la Expedición de Alejandro Malaspina, Madrid, Real Academia de la Historia, 1982, 2 voll.; v. vol. I, pp. 99-121. P. BARBER, «Malaspina and George III. Brambila and Watling three rediscovered drawings of Sydney and Parramata», M. PALAU - A. OROZCO A. (eds.), Malaspina '92. I Jornadas Internacionales: Madrid - Cádiz - La Coruña, Cádiz, Real Academia Hispano Americana, 1994, pp.356-374. E. SOLER, «Fernando Brambila, pintor de cámara de Carlos IV», E. GIMÉNEZ - M.A. LOZANO - J.A. RÍOS (eds.), Españoles en Italia e Italianos en España, Alicante, Universidad de Alicante, 1996, pp. 27-38. Dario Manfredi
BUSTAMANTE Y GUERRA, José de (1759-1825) Nativo di Corvera de Toranzos (Cantabria), entrò nell'Accademia dei Guardiamarina di Cadice nel 1770. Al termine del corso si imbarcò sulla «Santa Inés»; la nave era diretta alle Filippine, ma fu catturata da una nave da guerra inglese. Dal 1789 al 1794, al comando della corvetta «Atrevida», partecipò alla Spedizione Malaspina; il suo diario, riguardante i tratti di viaggio compiuti separatamente dalla «Descubierta», fu pubblicato nel 1868. Rientrata la spedizione in Spagna, seguitò a lavorare al fianco di Malaspina ed ebbe la promozione a brigadiere d'armata. Nel 1796 fu nominato governatore politico e militare del Paraguay e comandante generale del Río de la Plata. Otto anni dopo, tornando in Spagna al comando di una squadra di quattro fregate, fu catturato con tutte le navi da una squadra inglese. Liberato in seguito, fu sottoposto a processo militare ma potè uscirne a testa alta. Nel 1810 fu nominato capitano generale del Guatemala, incarico che espletò fino al 1819.
Bibliografia E. BEERMAN, «José de Bustamante, capitán de la "Atrevida"», M. PALAU - A. OROZCO (eds.), Malaspina '92. Jornadas Internacionales: Madrid - Cádiz - La Coruña, Cádiz, Real Academia Hispano Americana, 1994, pp. 199 -204. E. BEERMAN, «Don José de Bustamante. Su carrera tras la llegada de la expedición científica a Cádiz», A. Orozco - M. PALAU - J.M. CASTANEDO (eds.), Malaspina y Bustamante '94. II Jornadas Internacionales Conmemorativas del regreso de la Expedición a Cádiz. 1794-1994, Cádiz - Santander, Real Academia Hispano Americana - Astilleros de Guarnizo, 1996, pp. 88-91.
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JOSÉ CARDERO (1766 - ?) Nacque a Ecija, Siviglia. Si imbarcò come volontario nell'Armada nel 1782 e rimase con le batterie galleggianti nella base di Gibilterra. Tre anni prima della spedizione Malaspina, viaggiò a bordo della fregata Loreto e realizzò piante e disegni delle coste della Spagna e del Portogallo agli ordini di Tofiño tra il 1787 e il 1788, fu membro dell'equipaggio della Descubierta e arruolato come pittore della spedizione poiché l'artista José del Pozo fu sbarcato a Callao. I suoi primi disegni sono di Guayaquil, Nicaragua e Panama. In Messico, Alaska e Canada si dedicò a quelli della Historia Natural, benché realizzasse anche vedute e scene di vita dei nativi. Nel 1792 fu destinato alla spedizione delle golette Sutil e Mexicana allo stretto di Fuca, di cui realizzò diverse vedute, scene di vita e ritratti dei nativi, stampati a Madrid da Fernando Selma, per illustrare la relazione del viaggio nel 1802.
Bibliografia C. SOTOS SERRANO, Los pintores de la expedicíon de Alejandro Malaspina (I). Madrid, Real Accademia de la Historia, 1982, 2 voll.
CEVALLOS Y BUSTILLO, Ciriaco (1767 ca. – 1816 ca.) Nativo di Quijano, nel 1779 fu ammesso alla Escuela de Guardias Marinas di Cartagena. Dieci anni dopo partecipò alla spedizione magellanica della fregata «Santa María de la Cabeza», comandata da Antonio de Córdoba. Nel 1791, unitamente a José Espinosa, viaggiò al Messico e, ad Acapulco, si unì alla Spedizione Malaspina, nella quale gli furono affidati lavori cartografici. Rientrato in Spagna, seguitò a lavorare alla sistemazione dei risultati del viaggio fino all'arresto di Malaspina. Nel 1798 scrisse una confutazione del preteso viaggio di Lorenzo Ferrer Maldonado attraverso lo Stretto di Anian. In seguito gli fu commissionata la cartografia del Golfo del Messico ed a tali rilevamenti lavorò per qualche anno, avendo alle proprie dipendenze, fra altri, Fabio Ala Ponzone e Jacobo Murphy, anch'essi reduci dalla Spedizione Malaspina. Per motivi mai ben chiariti Cevallos abbandonò la Real Armada e, verso il 1808, si trasferì a New Orleans (che già apparteneva agli Stati Uniti d'America), ove morì, probabilmente nel 1816, avendo sempre il pensiero rivolto alla Spagna.
Bibliografia J.A. DEL RÍ0 - A. DEL RÍO, Marinos ilustres de Santander, Santander, 1881, pp. 247-265. E. BELLOTTI - D. MANFREDI, Contributo alla biografia di Ciriaco Cevallos (Lettere inedite 1803-1814), Mulazzo, Centro di Studi Malaspiniani, 1993, 14 pp. M. PALAU BAQUERO, «Ciriaco Cevallos y Antonio de Tova, dos montañeses en el Pacífico», A. OROZCO M. PALAU - J.M. CASTANEDO (eds.), Malaspina y Bustamante '94. II Jornadas Internacionales Conmemorativas del regreso de la Expedición a Cádiz. 1794-1994, Cádiz - Santander, Real Academia Hispano Americana - Astilleros de Guarnizo, 1996, pp. 134-143. Dario Manfredi
ESPINOSA Y TELLO DE PORTUGAL, José Francisco de (1763-1815) José de Espinosa iniziò la carriera nella Real Armada nel 1778, partecipò alla presa di Pensacola ed alla battaglia navale di Capo Espartel, dopo di che lavorò alle dipendenze del cartografo Vicente Tofiño y Sanmiguel presso l'osservatorio di Cadice. Con altri tre giovani ufficiali preparò nel 1787 un piano di viaggio scientifico, al quale però venne preferito quello redatto da Malaspina e Bustamante nell'anno successivo. Espinosa fu arruolato per la spedizione di costoro e collaborò attivamente alla fase preparatoria, ma, nel luglio 1789, motivi di salute gli impedirono di imbarcarsi con i colleghi, per cui raggiunse la spedizione ad Acapulco. Dopo tale impresa Espinosa divenne aiutante di campo dell'ammiraglio José de Mazarredo e nel 1797 fu nominato direttore del Depósito Hidrográfico di Madrid, che, sotto la sua guida, cominciò a pubblicare carte e relazioni. In seguito ebbe anche la nomina a segretario del Consiglio dell'Ammiragliato, fino a che, nel 1808, non volendo riconoscere l'autorità del re Giuseppe Bonaparte, lasciò ogni incarico e si portò a Siviglia, ove il governo patriottico lo incaricò di trasferirsi in Inghilterra onde proseguire in quei lavori cartografici che, nella Spagna invasa dalle truppe napoleoniche, erano divenuti impossibili. Espinosa rientrò in patria solo nel 1815 e subito riassunse la direzione del Depósito Hidrográfico, ma morì pochi mesi dopo.
Bibliografia J. ESPINOSA Y TELLO, Memorias sobre las observaciones astronómicas hechas por los españoles en distintos lugares del globo, los cuales han servido de fundamento para las cartas de marear publicadas por la Dirección de los Trabajos Hidrográficos de Madrid, Madrid, Imprenta Real, 1809, voll. 2. M. FERNÁNDEZ DE NAVARRETE, «Don Joseph de Espinosa», Correspondance Astronomique, Géographique, Hydrographique et Statistique du Baron de Zach, XIII (1825), III, pp. 274-278). P. CUESTA DOMINGO, «Información novohispana de Espinosa en su participación en el viaje de Malaspina», Atti del Convegno «Alessandro Malaspina nella cultura del suo tempo», Memorie della Accademia Lunigianese di Scienze Giovanni Capellini, Classe di Scienze Storiche e Morali, LIX (1989), pp. 197-204. N. CUESTA DOMINGO, N., «Espinosa y Tello y su viale complementario al de Malaspina», MARTIN FERRERO, P. (ed.), Actas del simposium CCI aniversario nacimiento de Joseph Celestino Mutis, Cádiz, Diputación Provincial de Cádiz, 1986, pp.197-204. Dario Manfredi
JOSÉ GUÍO Fu assoldato come pittore di disegno botanico e di dissezione animale nel 1789 per partecipare alla spedizione Malaspina, su raccomandazione di Antonio Pineda, responsabile della Historia Natural. Lavorò intensamente fino in Messico, dove a causa della sua malattia e dell'eccessiva spesa che comportava mantenere un pittore dedicato esclusivamente alla botanica, secondo l'opinione di Malaspina, venne sbarcato. Al ritorno della spedizione in Spagna nel 1795, alcuni dei suoi membri fornirono informazioni favorevoli su Guío e sul suo talento artistico, ma non si concluse positivamente il contratto proposto da Casimiro Gómez Ortega, direttore del Giardino Botanico di Madrid, perché portasse a termine alcuni dei disegni delle collezioni portate dalla spedizione. Nel 1796 viaggiò a Cuba nella spedizione del conte di Mopox e Jaruco.
Bibliografia C. SOTOS SERRANO, Los pintores de la expedicíon de Alejandro Malaspina (I). Madrid, Real Accademia de la Historia, 1982, 2 voll.
J. GUTIÉRREZ DE LA CONCHA (1760-1810) Nativo di Santander, prese parte a numerose operazioni militari nel Mediterraneo. Si imbarcò con la spedizione Malaspina a Cadice nel 1789. Nel 1794, su ordine di Malaspina, si fermò a Montevideo per studiare attentamente la costa patagonica insieme al pilota Juan de Inciarte. Partecipò con altri ufficiali alla commissione per la demarcazione dei limiti dei possedimenti tra Spagna e Portogallo, sulla riva orientale del Rio de la Plata. Nel 1805 fu nominato comandante del distretto marittimo di Barragán e un anno più tardi governatore intendente della provincia di Córdoba de Tucumán. Si distinse nella difesa di Buenos Aires dagli inglesi. Fu fucilato nel 1810 dagli insorti antispagnoli a Cabeza de Tigre.
Bibliografia M. D. HIGUERAS, Northwest Coast of America. Iconographic Album of the Malaspina Expedition. A Study by Madrid, Museo Naval, Lunwerg, 1991.
HAENKE, Tadeo (Kreibitz, 1761 - Cochabamba, 1817) Botanico e naturalista boemo. Compì gli studi nelle università di Vienna e Praga, allievo di Born. Raggiunse la Spedizione Malaspina a Valparaíso e lavorò assiduamente in Perú, Ecuador, America centrale, Messico, Alaska, Filippine ed Isole del Vavao. Nel 1793 si fermò al Callao (Lima, Perú) per proseguire le proprie raccolte botaniche, che, in effetti seguitò ad inviare periodicamente. Infine si stabilì a Cochabamba (Bolivia). Era anche un buon musico e lasciò interessanti appunti sui canti indigeni di alcune regioni.
Bibliografia L.H. DESTÉFANI - D.C. CUTTER, Tadeo Haenke y el final de una vieja polémica, Buenos Aires, Secretaría de Estado de Marina, 1966, 163 pp. J. AUBELT, «Haenke, Born y Banks», Ibero-Americana Pragensia, Praga, IV (1970), pp. 179-198. J. POLISENSKY, «La obra americanista de Tadeo Haenke y su memoria sobre los ríos navegables», Ibero-Americana Pragensia, Praga, IV (1970), pp. 199-208. V. IBÁÑEZ, «Nuevas aportaciones a la investigación haenkeana», La botánica en la Expedición Malaspina. 1789-1794, Madrid, Lunwerg, 1989, pp. 47-58. V. IBÁÑEZ (ed.), Trabajos científicos y correspondencia de Tadeo Haenke, La Expedición Malaspina. 1789-1794, vol. IV, Madrid, Ministerio de Defensa – Museo Naval - Lunwerg, s.d. [1992], 330 pp. O. KASPAR, «Naturalista Tadeo Haenke y su interés etnográfico por América.», Annals of the Náprstek Museum, Praga, vol. 13, 1985, pp. 187-200. O. KASPAR, «Tadeo Haenke y sus fondos documentales en Bohemia», La Botánica en la Expedición Malaspina, 1789-1794. Madrid, Real Jardín Botánico, Quinto Centenario, Turner, 1989, pp. 80-84. V. IBAÑEZ, «Las reliquias botánicas y etnográficas de Tadeo Haenke en Praga», M. PALAU – A. OROZCO (eds.), Malaspina '92 I Jornadas lnternacionales: Madrid - Cádiz - la Coruña, Cádíz, Real Acadecia Hispano-Americana, 1994, pp. 79-98 V. IBAÑEZ, «Primer inventario del fondo documental 'Tadeo Haenke' en el Real Jardín Botánico de Madrid», La Botánica en la Expedición Malaspína. 1789- 1794, Madrid, Lunwerg, 1989, pp. 191-206
Dario Manfredi
NEÉ, Luis (1734 ca. - 1807) Botanico francese. Su di lui non si hanno molte notizie. Lavorava nel Jardín de La Priora de la Real Bótica, quando Antonio Pineda propose che venisse chiamato a partecipare alla Spedizione Malaspina. Accettò, si imbarcò sulla corvetta «Atrevida», e raccolse piante in Uruguay, Argentina, Cile, Perú ed Ecuador. Accompagnato da Pineda viaggiò nell'interno del Messico; nelle Filippine compì studi sulla botanica delle isole di Luzón e Mindanao. Raccolse specie nuove a Dusky Bay ed a Botany Bay; quindi, sbarcato a Talcahuano, attraversò la cordigliera andina e la pampa, per riunirsi al resto della spedizione a Buenos Aires. Di nuovo in Spagna, si affannò per anni in tentativi vari (non sempre coronati da successo) per pubblicare i risultati delle sue ricerche. Una parte dell'erbario da lui raccolto si conserva nel Real Jardín Botánico di Madrid.
Bibliografia F. MUÑOZ GARMENDIA (ed.) Diarios y trabajos botánicos de Luis Neé, Vol. III di La Expedición Malaspina 1789-1794, Madrid, Ministerio de Defensa - Museo Naval - Lunwerg, s.d. 1993, 416 pp. Dario Manfredi
PINEDA Y RAMÍREZ, Antonio (Guatemala, 1751 - Luzón, 1792) Ufficiale dell'esercito e naturalista. Scientificamente si formò sotto la guida di Casimiro Gómez Ortega, direttore del Jardín Botánico di Madrid. Ebbe l'incarico di coordinare tutti i lavori naturalistici della Spedizione Malaspina. Durante la sosta della spedizione a Montevideo, Pineda conobbe il naturalista Félix de Azara e questi gli consegnò molti manoscritti sulla zoologia del Paraguay e del Río de la Plata, che risultarono assai utili. Nell'isola di Luzón, spintosi nell'interno, in una zona estremamente malsana, si ammalò mortalmente. I suoi manoscritti furono affidati al fratello Arcadio - anch'egli ufficiale della spedizione - che però non disponeva delle cognizioni necessarie per riordinarli convenientemente, cosicché apparvero, parzialmente, solo molti anni dopo. Malaspina, nelle ultime pagine del suo diario di viaggio, scrisse un ammirato elogio della figura di Pineda.
Bibliografia M.D. HIGUERAS RODRÍGUEZ, «Don Antonio Pineda y la Expedición Malaspina», La Expedición Malaspina 1789-1794. Viaje a América y Oceanía de las corbetas "Descubierta" y "Atrevida", Madrid, Ministerio de Cultura - Ministerio de Defensa, 1984, pp. CXXII-CXXX. A. GALERA GÓMEZ, La Ilustración española y el conocimiento del Nuevo Mundo. Las Ciencias Naturales en la Expedición Malaspina: la labor científica de Antonio Pineda, Madrid, Consejo Superior de Investigaciones Científicas, 1988, 277 pp. A. GALERA GÓMEZ, «La Botánica en el proyecto científico de Antonio Pineda», La Botánica en la Expedición Malaspina, Madrid, Lunwerg, 1989, pp. 38-46. A. GALERA GÓMEZ, «Antonio Pineda y el proyecto científico de la expedición Malaspina», La ciencia española en ultramar. Actas de las I Jornadas sobre "España y las expediciones científicas en América y Filipinas", Aranjuez, Doce Calles, 1991, pp. 257-264.
Dario Manfredi
POZO, José (m. 1821) Nacque a Siviglia. Figlio di Pedro del Pozo, direttore della Scuola Reale di Belle Arti di Siviglia. L'amicizia della sua famiglia con Francisco Bruna uditore del Tribunale di Siviglia, lo portò a essere raccomandato a Malaspina per unirsi alla spedizione. Fu impiegato come pittore di prospettiva e botanica, però il suo atteggiamento indolente ed il suo scarso rendimento provocarono il suo sbarco al Callao. Si fermò ad abitare a Lima, dove stabilì una amicizia con il Vicerè Gil y Lemos. Fondò una Scuola di Pittura che gli valse il riconoscimento e la fama nella alta società di Lima.
Bibliografia C. SOTOS SERRANO, Los pintores de la Expedición de Alejandro Malaspina (I), Madrid, Real Academia de la Historia, 1982, 2 voll.
RAVENET, Juan (1766-1821 ca.) Disegnatore parmense di origine francese. Figlio di Gian Francesco, incisore assai noto nel ducato di Parma, studiò nell'Accademia di Belle Arti della sua città e dimostrò subito una notevole inclinazione per il ritratto. Come il collega Brambilla, si incorporò nella spedizione ad Acapulco, nel 1791. Rientrato in Spagna, Ravenet fu tra coloro che seguirono Malaspina a corte, seguitando a rielaborare gli schizzi riportati dal viaggio. Dopo la disgrazia dell'ufficiale, l'artista incontrò serie difficoltà economiche; tuttavia dal 1798 ottenne di poter lavorare ancora alle dipendenze della Marina, quantunque con salario assai ridotto. Più tardi, colpito da un decreto reale contro gli stranieri che vivevano a Madrid, dovette riparare in Francia; rientrato in Spagna, cessò di vivere a Madrid.
Bibliografia C. SOTOS SERRANO, Los pintores de la Expedición de Alejandro Malaspina, Madrid, Real Academia de la Historia, 1982, 2 voll.; v. vol. I, pp. 85-95. D. MANFREDI, «Un artista franco-parmense nella Spedizione Malaspina: Giovanni Ravenet», Archivio Storico per le Province Parmensi, IV Serie, XLI -1989, Parma, 1990, pp. 385-405.
VALDÉS Y FLORES, Cayetano (1768-1835) Ufficiale della Real Armada. Dapprima imbarcato su navi della squadra di Luis de Córdova, partecipò alle operazioni militari, guidate dal Barceló, contro Algeri. In seguito a richiesta di Antonio Valdés (che era suo zio), fu accettato da Malaspina tra gli ufficiali della spedizione. Quando le corvette navigarono alle Filippine - Cayetano Valdés rimase nel Messico e, con il collega Alcalá Galiano, guidò la spedizione delle golette «Sutil» e «Mexicana» all'esplorazione dello Stretto di Juan de Fuca. Colà gli spagnoli incontrarono George Vancouver, che era intento ai medesimi rilevamenti, e le due spedizioni ebbero modo di collaborare. Rientrato in Spagna, partecipò alle battaglie di Capo San Vicente e Trafalgar al comando rispettivamente dei vascelli «Pelayo» e «Neptuno». Più tardi, inclinato a posizioni liberali, fu nominato governatore e capitano generale di Cádiz, cariche dalle quali cessò con l'abrogazione della costituzione del 1812 da parte di Fernando VII, il quale confinò l'ufficiale per qualche tempo ad Alicante. Attorno al 1820, tentato ancora dalla politica, Cayetano Valdés fu eletto deputato alle Cortes di Cadice; il successivo assolutismo di Fernando VII lo vide ancora perseguitato ed esule in Inghilterra.
Bibliografia V. GONZÁLEZ CLAVERÁN, La expedición científica de Malaspina en Nueva España. 1798-1794, México, Colegio de México, 1988, pp. 468-470. J. KENDRICK (ed.), The Voyage of Sutil and Mexicana. 1792. The last Spanish exploration of the northwest coast of America, Spokane, The Arthur Clark Company, 1991, 260 pp. Dario Manfredi
VERNACCI Y RETAMAL, Juan (1763 - 1810) Nacque a Cadice da padre italiano e da madre di Sanlúcar. Nel 1780 era Guardiamarina; lavorò agli ordini di Tofiño nella commissione creata per tracciare la mappa delle coste della Spagna. Aggregato alla spedizione fin dall'inizio, si dedicò all'astronomia, al buon funzionamento dei cronometri e alla catalogazione delle stelle. Assieme a Gutiérrez de la Concha costruì la mappa generale delle coste dell'Argentina. Nel 1792 partecipò al viaggio di ricognizione allo Stretto di Fuca come comandante in seconda della Mexicana, assieme a Secundino Salamanca agli ordini di Alcalá Galiano y Valdés. Conclusa al spedizione, andarono verso il Messico e da lì fino all' istmo del Nicaragua per esaminare la possibilità di un passaggio fra il Mar dei Caraibi e l'Oceano Pacifico. Realizzarono una mappa esatta del Golfo di Nicaragua, in si rilevava la navigabilità del fiume San Juan fino all' Atlantico. Ritornato in Spagna con Galiano, nel 1804 si trovava a Manila la Real Compañía de Filipinas. Disegnò una mappa dello Stretto di San Bernardino.
Bibliografia D. MANFREDI, «Un patrizio fiorentino nella Spedizione Malaspina: Giovanni Giuseppe Vernacci y Retamal», Rivista Araldica, LXXXVII (1989), n. 839, pp. 104-109.
Dario Manfredi
VIANA, Francisco Javier de (1765 - 1820) Nacque a Montevideo quando suo padre, José Joaquin de Viana, era maresciallo di campo e governatore della Banda Oriental. Si aggregò alla spedizione Malaspina, durante la quale scrisse un diario di viaggio che fu pubblicato dai suoi figli nel 1849. Nella battaglia di Trafalgar si distinse al comando della fregata Trinidad. Partecipò alla difesa di Montevideo durante l'invasione inglese del 1806-1807. Negli ultimi anni della sua vita occupò le più alte cariche a livello nazionale.
Bibliografia Diario del teniente de navío don Francisco Xavier de Viana, trabajando en el viaje de las corbetas de S.M.C. «Descubierta» e «Atrevida» en los años de 1789, 1790, 1791, 1792 y 1793. Montevideo, Cerrito de la Victoria: Imprenta del Ejército, 1849 (autografo). GUILLÉN Y TATO, Julio, “De cómo un teniente de navío fue príncipe de Vavao”. Revista General de Marina, t. 180, marzo 1971, pp. 259-266.