CPLN Comitato Provinciale di Liberazione Apuania

Il 25 luglio del 1943, dopo che il Gran Consiglio del Fascismo stabilì di rimettere il Comando delle Forze Armate al re Vittorio Emanuele III, questi decise per la destituzione e l’arresto di Benito Mussolini nominando, con l’appoggio dell’esercito e della chiesa, il maresciallo Pietro Badoglio nuovo capo del Governo. Per il popolo italiano, già duramente provato da tre anni di guerra, iniziò un periodo nel quale al travaglio per le sofferenze inflitte da privazioni e bombardamenti si aggiunse l’incertezza per il destino politico e istituzionale della nazione. Alle numerose manifestazioni di giubilo promosse dal movimento antifascista il Governo Badoglio rispose con una dura repressione che causò 83 morti e più di 500 feriti.
Alle 19.45 dell’8 settembre, dopo 45 giorni le trattative segrete con gli alleati, venne trasmesso il comunicato radiofonico con cui Badoglio annunciava l’armistizio con Gran Bretagna e USA. L’esercito italiano era impreparato e allo sbando mentre i tedeschi davano il via all’Operazione Alarico, occupando militarmente la penisola e catturando circa 600.000 soldati italiani, per la maggior parte inviati nei campi d’internamento in Germania.Le forze militari tedesche avevano già stabilmente occupato i paesi e le città del territorio compreso tra le Province della Spezia e Massa-Carrara. I militari italiani erano costretti a sbandare e darsi alla fuga, onde evitare la cattura dei tedeschi. La flotta della Marina Militare, nelle sue componenti principali, salpò dalla base navale della Spezia, mentre a Carrara gli Alpini della divisione “Val di Fassa” ingaggiarono scontri a fuoco con le truppe tedesche in località La Foce, aiutati anche da molti abitanti della città, prima di prendere la via della montagna.Da subito, l’occupazione nazifascista riversò le sue prepotenze tanto sui primi gruppi partigiani quanto sulla popolazione civile. Nei primi mesi della Resistenza, fino al “Bando Graziani” del 18 febbraio 1944, se ancora non si conoscono, almeno non su questo territorio, episodi di vere e proprie stragi di civili questi ultimi vengono però investiti nella loro quotidianità dalle severe disposizioni dei comandi tedeschi, fatte proprie e tradotte dalle autorità fasciste italiane. Da quando nel settembre del 1944 il fronte della “Linea Gotica Occidentale” viene a collocarsi proprio su questo territorio, l’occupazione si fa ancora più dura e, fin dai mesi precedenti, aumenta il numero di uomini destinati al lavoro coatto nell’Organizzazione Todt, impegnata nelle opere di fortificazione difensive.I documenti che riportiamo parlano di deportazioni, lavoro coatto, rastrellamenti, limitazioni sui generi alimentari, sfollamenti che andavano a colpire decine di migliaia di persone, per la maggior parte donne, anziani e bambini. Di particolare interesse e di grande significato storico è l’episodio del tentato sfollamento di Carrara, con bando affisso in data 7 luglio 1944, cui le donne carraresi e massesi organizzate nei “Gruppi di difesa della donna” opposero una ferma resistenza, ottenendo finalmente la revoca del provvedimento. Le autorità nazifasciste, com’era loro abitudine si rifecero punendo la popolazione attraverso un’ulteriore limitazione alla distribuzione delle tessere annonarie.Altro elemento di notevole importanza è il documento nel quale le autorità italiane chiedono, in modo poco persuasivo, notizie sugli effetti di un primo rastrellamento di civili effettuato dai tedeschi già a metà settembre del 1943. I rastrellati verranno rinchiusi dentro la colonia Vercelli di Marina di Carrara e da lì inviati nei campi di lavoro in Germania.Da segnalare, infine, le circolari con le quali il Commissario prefettizio di Apuania e il Direttore dell’Ufficio provinciale delle Corporazioni si scambiano informazioni ed elenchi su gruppi di operai renitenti al lavoro coatto nel maggio del 1943, a testimoniare di un probabile episodio di resistenza passiva al regime fascista non ancora caduto.