Archivio Museo Malaspina di Mulazzo
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Centro Studi Malaspiniani
Centro Alessandro Malaspina per le tradizioni Marinare
Archivio-Museo Malaspina
Il Centro Studi Malaspiniani e l'Archivio-Museo dei Malaspina hanno sede a Mulazzo. Nel 1991 il Comune di Mulazzo stipulò una convenzione con il Centro "Alessandro Malaspina" per la Storia e le Tradizioni Marinare e, per effetto di tale convenzione, nacquero dapprima il Centro di Studi Malaspiniani ed in seguito anche l'Archivio-Museo dei Malaspina. Il Comune di Mulazzo mise a disposizione del nuovo Centro il palazzo dei Malaspina, ramo "del Palazzo", ed il Centro "A. Malaspina", a sua volta, vi depositò la propria biblioteca ed i propri archivi storici.
Tra i principali fondi archivistici ricordiamo:
L'Archivio domestico dei Malaspina di Mulazzo (vedi file allegato)
I fondi "Ala Ponzone" e "Ramón Ximénez" (contenenti molte lettere del navigatore Alessandro Malaspina) inserisci link
Il Fondo Manfredo Giuliani (di notevole interesse per la storia locale)
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Archivio domestico dei Malaspina di MulazzoImmagini
Tra composizioni e scomposizioni territoriali
Corrado I ebbe quattro figli: Morello, Manfredi, Federico e Alberto i quali, ripartitasi la sua eredità nel 1266, dettero origine ai distinti rami di Mulazzo, Giovagallo, Villafranca e Val di Trebbia.
Essi presero parte come capi parte e come duchi di milizie alle fazioni e guerre del tempo in Toscana, in Lombardia, in Liguria e in Sardegna.
Mentre il capostipite Corrado l'Antico era un ghibellino che rese rilevanti servigi a Federico II, i figli si accostarono ai guelfi e combatterono valorosamente nella battaglia di Montaperti.
La posizione geografica del feudo di Mulazzo, la perizia militare dei Malaspina del ramo fecero sì che, diversamente dai feudi posti a valle lungo la via francigena o romea, essi sfuggissero a calamitose invasioni e a devastazioni, anche grazie all'accortezza politica dei governanti che, pur divisi in varie linee, continuarono a conservare l'originaria unità consortile, tenendo indiviso il dominio del distretto, pur assegnando i possedimenti in appannaggio ai vari membri: da tali divisioni si originarono nel corso dei secoli i Signori di Calice e Madrignano, Veppo, Godano, Groppoli, Montereggio, Castagnetoli-Pozzo, Lusuolo.
Didascalie immagini
- La Lunigiana medievale
- ADMM, Copia seicentesca di atto comprovante la presenza degli Obertenghi, da cui discendono i Malaspina, nel pieno medioevo: la fondazione dell'Abbazia di Aulla nel 884 per volere di Adalberto.
- ADMM, Partecipazione del Marchese Obizzone alla stesura dell'atto della Pace di Costanza del 1183.
Vedi anche:
Pompeo Litta
e Archivio domestico dei Malaspina di Mulazzo scaricabile al link qui sotto
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Copia seicentesca Archivio domestico dei Malaspina di MulazzoImmagini
Nel 1465 Tommaso Campofregoso acquista Calice e Madrignano da Corrado Malaspina di Lusuolo per rivenderli poco dopo ad Azzone Malaspina del feudo di Mulazzo, destando le rimostranze di Genova che lo preferiva in mano a suoi alleati, essendo un avamposto per l’accesso in Lunigiana che deteneva dalle note invasioni quattrocentesche dei feudi malaspiniani.
Azzone lo permutò ridandolo ai Fieschi in cambio di Castevoli.
Il feudo di Calice torna a Mulazzo nella prima metà del Settecento acquistato da Azzo Giacinto II per la famiglia che lo tenne fino alla sua vendita nel 1772, con l’assenso imperiale, a Pietro Leopoldo Granduca di Toscana.
A Madrignano toccò sorte diversa. Azzone Malaspina, non contento del cambio e interessato a riavere Madrignano, nel 1469 assalì e riprese il castello che fu tenuto in comunione con gli altri possedimenti fino al 1530, quando, addivenuti ad una ripartizione dei beni comuni, con l’eccezione di Mulazzo, Madrignano fu affidato al condomino Bonifacio, diventando feudo autonomo.
Per le angherie del discendente Giulio Cesare (1601–1631), uomo d’arme presso la corte dei Gonzaga, che fece uccidere il sindaco di Pontremoli, i milanesi con truppe spagnole occuparono Madrignano. Dopo la sua morte, avvenuta nel 1631, tornò alla linea di Mulazzo per cinque generazioni e precisamente ai fratelli Moroello e Paolo, indi al solo Moroello. Nel 1701 la guerra di successione spagnola vedeva anche in Lunigiana Impero ed Austria contro Francia e Spagna contendersi i più importanti punti strategici e tra essi anche Madrignano, ben munito e baluardo dalla parte del mare, della Val di Magra e quindi della Lombardia.
Il castello era già stato distrutto nel 1416 dai genovesi ma riedificato e solo successivamente, con l’assenso di Carlo Maria, condomino anche di Mulazzo, sotto la cui tutela era il feudo, affidato al barone imperiale Kenrz che vi aggiunse fortificazioni e vi accolse armi e provvisioni. Nel 1705 soldatesche ispano-francesi, con l’aiuto di masnade lunigianesi, attaccarono il castello che, pur validamente difeso, fu preso anche con l’inganno e il tradimento, saccheggiato e diroccato.
Azzo Giacinto II, successo a Carlo Maria nel condominio di Mulazzo e nella signoria di Madrignano, ricompratolo dal fisco spagnolo milanese lo riparò ma il figlio, Carlo Moroello, nel 1772 per difficoltà finanziarie finì per venderlo insieme a Calice al Granduca di Toscana Pietro Leopoldo.
Didascalie immagini
- Castello di Calice - Immagine tratta da: P. Ferrari, Castelli di Lunigiana.
- Castello di Madrignano - Immagine tratta da: P. Ferrari, Castelli di Lunigiana.
- Assedio e distruzione di Madrignano
- Lettere del Principe Andrea Doria (Marchese di Calice e Veppo)
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Il territorio di Castevoli passa ai Malaspina di Mulazzo nel 1465, ceduto in cambio di altri possedimenti (Calice, Veppo e Madrignano) ma un paio di anni dopo torna a Villafranca. Nel 1759, vivendo il marchese Tommaso III, questi entra in lotta con i signori di Mulazzo per questioni di confini e pedaggi, scatenando il malcontento popolare con l'imposizione di gravose tasse, cosicché nel 1794 la popolazione si ribella. Su istanza del Marchese, l'Imperatore incarica di sedare la rivolta il Duca di Modena che invia un delegato per l'inchiesta mentre i capi dell'insurrezione si sbandarono e la popolazione torna all'obbedienza.
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Il territorio di Groppoli fece parte del dominio dei Malaspina di Mulazzo fino al 1577, quando Anton Maria di Giovan Cristoforo Malaspina vendette questa parte di feudo al Granduca Francesco I. Dopo la divisione del 1581, in cui i condomini di Mulazzo decidono di ripartirsi i vari paesi e territori, anche Groppoli forma una linea autonoma con il marchese Azzone, ma morendo lo stesso senza prole maschile, è subito rivendicato presso l'imperatore da Mulazzo. Dopo cinque anni di liti dinanzi al Consiglio Aulico Imperiale combattute tra Gio Cristoforo e Cosimo I dei Medici, torna a Mulazzo ma alla fine il successore Anton Maria si lascia convincere da Francesco dei Medici alla cessione e il feudo finisce, per accordi successivi, per essere assegnato alla famiglia genovese dei Brignole-Sale, rimanendo in loro possesso anche dopo l'avvento in Toscana dei Lorena.
Nel 1592 Francesco I volle ricompensare il nobile genovese Giulio Sale dei servigi prestati al Granducato concedendogli in feudo con il titolo di Marchesato, col mero e misto impero e colla potestà della I spada, il Castello di Groppoli con tutto il suo territorio1. Il nobile Sale avrebbe potuto trasmettere tale titolo ai suoi discendenti, con la sola clausola che "uno solamente fosse il Marchese pro tempore" e che il marchesato rimanesse indiviso.
Il nuovo marchese, impegnato a Genova da numerosi affari, si occupò ben di rado direttamente del feudo di Groppoli, lasciandone la gestione a procuratori e ministri di fiducia. Alla sua morte, avvenuta nel 1606, non avendo figli maschi, destinò quale erede unico del marchesato Anton Giulio, figlio primogenito della figlia Girolama e di Giovan Francesco Brignole, anch'egli esponente di una nobile famiglia genovese, e i discendenti del nipote "con proibizione di alienazione strettissima". Vista la minore età del nipote nominò tutore e amministratore di detti beni Giovan Francesco Brignole, il quale ottenne da Cosimo I e da Ferdinando II nel 1622 la rinnovazione dell'investitura di detto feudo a favore del figlio Anton Giulio. Anton Giulio, raggiunta la maggiore età nel 1629, prese pieno possesso del feudo che, visti gli incarichi affidatigli dalla Repubblica di Genova, non amministrò mai direttamente, ma attraverso ministri come il suo predecessore. Nonostante i numerosi impegni, Anton Giulio si recò spesso a Groppoli, dove fece costruire per sé e la madre un palazzo marchionale dal momento che il Castello, locato in sito piuttosto alpestre2, non gli sembrava più adatto. Alla morte della moglie Paola di Giambattista Adorno, avvenuta nel 1648, Anton Giulio abbandonò la vita secolare ed entrò nella Compagnia di Gesù, abdicando il marchesato in favore del primogenito Ridolfo Maria.
Ridolfo Maria governò fino al 1683, ma, non avendo figli maschi, il marchesato pervenne nelle mani del fratello Giovanni Francesco che ne ottenne investitura da Cosimo III lo stesso anno. Il figlio di Giovanni Francesco, Anton Giulio, prese possesso del territorio nel 1698; tuttavia la scarsa cura che dimostrò nel governo fece si che i suoi ministri abusassero dei poteri concessi loro, provocando uno stato di inquietudine tra la popolazione che si protrasse per lungo tempo. Anton Giulio morì nel 1710 e lasciò nel testamento quali tutrici del figlio primogenito Giovan Francesco la cugina Paola Brignole Sale e la madre Maria Durazzo, la quale domandò e ottenne nello stesso anno da Cosimo III l'investitura per il nipote.
Giovan Francesco, raggiunta la maggiore età, ottenne conferma dell'investitura da Gian Gastone, ultimo Granduca dei Medici, nel 1724, investitura che gli venne confermata anche da Francesco Stefano di Lorena nel 1738. A differenza dei suoi predecessori Giovan Francesco si occupò personalmente del feudo di Groppoli e nel 1749 si rifiutò di far pubblicare la legge sui feudi emanata dal Granduca la quale privava i feudatari dei loro poteri, rendendoli vassalli. Nonostante le pressioni ricevute dal governo toscano, Giovan Francesco mantenne la sua posizione e finché fu in vita non applicò mai questa legge.
Morendo nel 1760 senza eredi, il feudo pervenne al fratello Ridolfo Emilio Maria. Durante il governo di Ridolfo venne applicata la suddetta legge e il figlio che gli succedette nel 1774 si vide privato di ogni potere sul feudo ricevuto in eredità. Ridotto cosi il marchesato ad un titolo, anche il tribunale vicariale venne soppresso da Ferdinando III e aggregato a quello di Bagnone. Anton Giulio ottenne solo il titolo onorario di rappresentante del Granduca, a cui spettava il reale esercizio del potere sul territorio. Anton Giulio morì a Genova nel 1803 lasciando il marchesato al figlio Ridolfo, il quale nel 1806 abbracciò la vita clericale e lo cedette al fratello Anton Giulio, il quale poté godere per poco tempo del feudo, dal momento che nel 1807 la Regina Maria Luisa di Etruria fu costretta a cedere ai francesi il suo regno e per le leggi napoleoniche (pubblicate a Firenze nel 1808), tutti i feudi vennero soppressi e "ad Antonio di Marchese non rimase che il titolo". Con il ritorno allo status quo ante nel 1815 i figli di Anton Giulio, furono ben visti dal nuovo governo, ma non integrati nei loro diritti.
1. Eugenio Branchi, Storia della Lunigiana Feudale, vol. l, p. 618.
2. Eugenio Branchi, cit., vol. l, p. 630.
Didascalie immagini:
- Feudo di Groppoli - ADMM, Documentazione fotografica, Cartografia del territorio di Groppoli, sec. XVIII prima metà
- A.S.G. Confinium, filza 105, mazzo 12. Disegno del feudo di Groppoli eseguito da Matteo Vinzoni (sec. XVIII). Il settore di levante del Feudo di Groppoli con tutte le borgate della collina, le fabbriche feudali di Gavedo, il monastero di San Benedetto e la piana della Magra con le difese contro gli straripamenti del fiume nell'abbozzo topografico di Matteo Vinzoni conservato nel Mazzo 12 della Filza 105 Confinium dell'A.S.G.
- A.S.F. Piante (Confini), filza 155, sez. VIII n° 1 (1839).
- Mappa redatta da Matteo Vinzoni nel 1728 con i confini e i termini del marchesato di Groppoli
- "Groppoli in veduta", rilevata dal Vinzoni dal Monte che sovrasta il castello, il 7 ottobre 1727: in primo piano il Castello, incombente sul fosso del Geriola, a sinistra il terrazzo di Gavedo con la Chiesa e il Palazzo, nel fondo il corso della Magra, oltre la quale si intuiscono i borghi feudali da Filattiera a Villafranca.
- Sezione trasversale nord-sud del Castello. ADMM, Documentazione fotografica, Cartografia del territorio di Groppoli, sec. XVIII prima metà
- Sinistra: Planimetria del "Piano di Sala" del Castello come si presentava prima degli interventi settecenteschi (si noti l'asimmetria del settore di levante che suggerisce un impianto castellano poligonale minore originariamente addossato come propugnacolo al maschio più antico). Destra: Lo stesso col progetto di radicale ristrutturazione del settore arcaico del lato di levante, disegnato su un foglio incollato a margine e quindi sovrapposto al rilievo precedente. Il confronto coi successivi rilievi e la resa attuale provano che il restauro è stato poi molto più radicale.
- Planimetrie dei quattro piani del Castello: "P. Terreno", "Primo P. di Sala", "P. Mezze Arie", "Piano Nobile".
- Palazzo Brignole - Sale. Il fantasioso progetto, poi sostanzialmente realizzato, delle rampe d'accesso al Palazzo.
- La sezione-progetto allegata alle carte del Vinzoni.
- Palazzo Brignole Sale - Sezioni longitudinale e trasversale del Palazzo. Nella prima è notevole il livello della cantina decisamente interrata e la grandiosità della volta; nella seconda l'eccezionale vastità ed altezza del salone di rappresentanza e la grazia del pontile d'accesso.
- Palazzo Brignole - Sale. Sopra: Planimetria del piano nobile del Palazzo, con le grandi stanze allineate senza disimpegni. Sotto: Planimetria dei fondi del Palazzo, in un prezioso abbozzo che indica le altezze del volti e la loro struttura, e le funzioni di alcuni ambienti tipici.
- La Chiesa di Gavedo e il Palazzo Brignole Sale nella prospettiva del 1727. ADMM, Documentazione fotografica, Cartografia del territorio di Groppoli, sec. XVIII prima metà
- Chiesa di Gavedo. ADMM, Documentazione fotografica, Cartografia del territorio di Groppoli, sec. XVIII prima metà
- Prospettiva e sezione longitudinale del progetto originario del Vinzoni col portico a colonne non realizzato ed il frontone ricchi di soluzioni decorative in alternativa, la testata della crociera e la copertura dell'incrocio non ancora sviluppato in tiburio (ma ce n'è l'accenno a matita), ed il campanile. La sobrietà dell'interno è esemplare. ADMM, Documentazione fotografica, Cartografia del territorio di Groppoli, sec. XVIII prima metà
- Il disegno per il campanile di Groppoli del Vinzoni. ADMM, Documentazione fotografica, Cartografia del territorio di Groppoli, sec. XVIII prima metà
- La Chiesa antica di Groppoli nella planimetria del Vinzoni. ADMM, Documentazione fotografica, Cartografia del territorio di Groppoli, sec. XVIII prima metà
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Fu il più piccolo dei feudi malaspiniani, formatosi quando Morello Malaspina di Mulazzo lasciò nel 1573 eredi in parti uguali i tre figli maschi legittimi Giovan Paolo, Francesco Antonio e Galeazzo ancora minorenne sotto la tutela della madre Caterina Malaspina di Castel dell'Aquila e di Giovan Cristoforo suo condomino di Mulazzo, figlio di Giovan Gasparo e primo cugino di Morello. I tre fratelli ressero in comune i beni feudali e godettero degli allodiali fino alla maggiore età di Galeazzo che divenne cavaliere gerosolimitano, devolvendo ai fratelli i beni allodiali e tenendo la signoria di Pozzo e il dominio della terza parte della metà del condominio di Mulazzo.
I fratelli nel 1573, tenuto conto che nel 1527 era stata istituita la primogenitura, divisero i territori aggregando Montereggio e Pozzo da un lato sotto Giovan Paolo (1573-1584), la cui investitura fu riconosciuta con decreto imperiale nel 1577, mentre Mulazzo e Parana furono destinati a Francesco Antonio.
Giovan Paolo prese a costruire il proprio palazzo marchionale a Montereggio, risiedendo inizialmente in Pontremoli, in quanto quello di Pozzo era occupato da Galeazzo. I figli, ancora vivente il padre, stabilirono la primogenitura per il primo tra loro che si fosse sposato ed avesse avuto figli maschi, essendo ancor più subentrato lo stesso all'eredità degli zii paterni Francesco Antonio e Galeazzo, rispettivamente signori il primo della metà di Mulazzo e Parana ed il secondo di Pozzo. Giovan Vincenzo ebbe un figlio postumo, anch'egli col nome del padre, che a sua volta morì lasciando il feudo al figlio ancora da nascere, che prese lo stesso nome e di cui furono tutori gli zii paterni Francesco Antonio e Galeazzo, oltre la madre.
Alla morte di Giovan Paolo Montereggio passò ai suoi figli superstiti Leonardo e Giulio Cesare, tutori e reggenti anche per il nipote Giovan Vincenzo e con Montereggio ressero anche il feudo di Pozzo. Giovan Vincenzo divenuto maggiorenne fu ammesso al condominio degli zii e, prediletto da Leonardo, ebbe da lui ancora vivente anche la sua parte allorché lo stesso marchese si macchiò dell'uccisione del cugino marchese di Castevoli per questioni di pascoli e legnatico.
Giovan Vincenzo da giovane visse in Parma alla corte dei Farnese e fu coinvolto nella congiura di San Vitale nel 1612. Si ricorda inoltre che Montereggio fu da lui posto in accomandigia al granduca di Toscana Cosimo II nel 1619. Nel 1625 prese i voti (vivendo poi nel convento degli agostiniani prima in Pozzo e poi in Bagnone) e lasciò il feudo al figlio Ottavio, ultimo marchese del feudo. Ottavio sposò Matilde, figlia primogenita di Morello Malaspina di Mulazzo, e morì suicida a Pozzo nel 1646. Si ricorda per aver realizzato le edicole (stazioni di Via Crucis) con maestà da Pozzo a Madonna del Monte (priorato benedettino dipendente da Sant' Andrea di Borzone nel Chiavarese, presente nel 1470 nell'estimo della diocesi di Luni, divenuta priorato nel 1448 e nel 1511 vivente ancora Raffaele Malaspina di Mulazzo, concessa in commenda allo stesso e tornata nuovamente ai Malaspina, dopo un periodo passato sotto la diocesi di Alberga, nel 1548, con Ottaviano).
Alla morte di Ottavio, Morello di Mulazzo, con il fratello Paolo, fece prendere il possesso di Pozzo a suo figlio primogenito, onde evitarne l'occupazione da parte delle truppe spagnole di stanza a Pontremoli, sostenuto dal Granducato di Toscana che lo aveva in accomandigia e timoroso dell'espansione spagnola in Lunigiana, aprendo una annosa questione presso il Consiglio Aulico, fino al riconoscimento imperiale che, dopo 73 anni, ricongiungeva il feudo di Montereggio e Pozzo a Mulazzo.
Didascalie immagini:
- Albero genealogico dei marchesi di Mulazzo Manoscritto autografo di Alessandro Malaspina. AMM, Antica serie, 2
- Albero genealogico dal 1400 all'estinzione. AMM, Antica serie, 2
- Storia della famiglia. Strumenti ed atti. AMM, Antica serie, 2 Pagine del documento: I - II - III
- Studi per la successione d'Opizzone Malaspina
- AMM, Antica serie, 2
- AMM, Antica serie, 2
- AMM, Antica serie, 2
- AMM, Antica serie, 2
- AMM, Antica serie, 2
- AMM, Antica serie, 2
- AMM, Antica serie, 2
- AMM, Antica serie, 2
- AMM, Antica serie, 2
- AMM, Antica serie, 2
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3 - Storia della famiglia. Strumenti ed atti. 10 - AMM, Antica serie, 2Immagini
Il ruolo di Mulazzo come referente per l'impero, in qualità di capofeudo, è riccamente documentato da filze che testimoniano i rapporti con l'Impero e la funzione centrale di Mulazzo nei confronti degli altri feudi malaspiniani di Lunigiana.
Fonti documentarie
- Editti imperiali e bandi (ADMM, Antica Serie, 6.2)
- Commissioni Imperiali dirette ai signori marchesi Malaspina (ADMM, Antica Serie, 6.2)
- Contribuzioni imperiali dal 1525 al 1747 (ADMM, Antica Serie, 6.4)
- Interessi del Duca di Massa coi propri sudditi; lettere della Plenipotenza e commissioni imperiali (ADMM, Antica Serie, 22.5)
- Carteggi per gli editti imperiali non affissi e rimostranze dei Malaspina a S. M. l'Imperatore (ADMM, Antica Serie, 25.1)
- Congresso generale dei marchesi Malaspina nel castello di Monti per le contribuzioni (ADMM, Antica Serie, 25.5)
- Deputazione delle famiglie Malaspina al generale Le Broum (ADMM, Antica Serie, 25.6)
- Rescritti imperiali per la famiglia Malaspina (ADMM, Antica Serie, 27.5)
- Carteggio con la Plenipotenza per la M.sa d'Olivola (ADMM, Antica Serie, 27.6)
- Lettere per sventare i maneggi della corte di Modena in Vienna per l'abolizione dei feudi che si adoperava per andare al possesso nell'anno 1753 (ADMM, Antica Serie, 28.1)
- Rescritti imperiali per la vendita di Madrignano (ADMM, Antica Serie, 28.2)
- Ricevute appartenenti alla comunità di Madrignano (ADMM, Antica Serie, 28.3)
- Quaderno d'entrata di S.E. al feudo di Madrignano (estimo) (ADMM, Antica Serie, 28.4)
- Lettera per la recupera di Madrignano in cui appare che il marchese salvò la vita dell'Imperatore con la propria spada in Vienna (ADMM, Antica Serie, 29.1)
- Investiture di Calice e Veppo e prigionia di alcuni sudditi disubbidienti (ADMM, Antica Serie, 29.3)
- Investiture di Madrignano (ADMM, Antica Serie, 29.4)
- Lettera dell'imperatore che leva di tutela il marchese di Madrignano dai signori da Passano di Genova ed annulla il contratto di vendita del suo feudo fatto a don Centurione (ADMM, Antica Serie, 29.5)
- Capitolazioni, copie e testamenti rescritti cesarei ai marchesi Paolo e Morello Malaspina acciò invigilino che nel feudo di Madrignano non vi sia altro presidio che quello ordinato da sua maestà (ADMM, Antica Serie, 29.7)
Didascalie immagini:
- LEOPOLDUS DIVINA FAVENTE CLEMENTIA, ELECTVS ROMANORUM IMPERATOR SEMPER AUGUSTUS, AC GERMANIAE, HUNGARIAE, BOHEMIAE, DALMATIAE, CROATIAE, SCALVONIAE, &C. REX, ARCHIDUX Austriae, Dux Burgundiae, Styriae, Carinthiae, Carniolae & Wittenbergae, Comes Tyrolis, &c. [...]
- Conte di Arona, Signore della sua Rocca &c. Consigliere intimo di Stato di Sua Maestà Cesarea, e Cattolica, Grande di Spagna, Cavagliere dell'Insigne Ordine del Toson d'Oro, Commissario Imperiale, e Plenipotentiario della M.S. in Italia. [...]
- CAROLUS SEXTUS DIVINA FAVENTE CLEMENTIA ELECTUS ROMANORUM IMPERATOR SEMPER AUGUSTUS. [...]
- CARLO BORROMEO ARESI Conte di Arona, Signore della sua Rocca &c. Consigliere intimo di Stato di Sua Maestà Ces., e Catt., Grande di Spagna, Cauagliere dell'Insigne Ordine del Toson d'Oro, Commissario Imperiale, e Plenipotentiario della Maestà Sua in Italia. [...]
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- Obblighi di sostentamento per il passaggio delle truppe imperiali. AMM, Antica serie 6.2
- Carlo V - AMM, Antica serie 6.2
- Rodolfo II - AMM, Antica serie 6.2
- Rodolfo II - AMM, Antica serie 6.2
- Rodolfo II - AMM, Antica serie 6.2
- Leopoldo I, AMM, Antica serie 6.2
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Carlo V Rodolfo II Rodolfo II Leopoldo IImmagini
Documenti disponibili
- Possesso dei signori marchesi Morello e Paolo Malaspina di Mulazzo del castello e feudo di Madrignano. Allegazioni, documenti, decreti e sentenza contro il sig. marchese Rinaldo Malaspina di Suvero (ADMM, Antica Serie, 3)
- Ragioni e risposte alla Ducale Camera di Milano che pretendeva i feudi di Lunigiana sottoposti al suo dominio (ADMM, Antica Serie, 4)
- Documenti per l'acquisto dei feudi di Calice e Veppo (ADMM, Antica Serie, 6.3)
- Lettere e minute di memorie in occasione che il Granduca di Toscana occupò con le armi i feudi di Bastia e Pontebosio (ADMM, Antica Serie, 6.5)
- Vendita dei feudi di Calice, Veppo e Madrignano a S.A.R. Granduca di Toscana (ADMM, Antica Serie, 9.3)
- Processo in occasione che gli Spagnoli e soci incendiarono la villa di Pegui (ADMM, Antica Serie, 13.5)
- Premura della famiglia Malaspina di impedire la vendita dei propri feudi alla Repubblica di Genova del Marchese di Fosdinovo (ADMM, Antica Serie, 15.1)
- Carteggio per sospetto che i feudi Malaspina con tutta la Lunigiana dall'Imperatore fossero dati a Genova (ADMM, Antica Serie, 15.3)
- Carteggio di molti feudatari d'Italia riguardo agli editti imperiali degli anni 1754 e 1755 (ADMM, Antica Serie, 8.2)
- Lettere, documenti e condizioni per la vendita di Calice, Madrignano e Veppo al Granduca di Toscana (ADMM, Antica Serie, 26.1)
- Carteggio Medici e Venturini per la vendita di Calice, Madrignano e Veppo alla Toscana (ADMM, Antica Serie, 27.8)
- Carteggio per l'assedio e presa del castello di Madrignano fatta dagli spagnoli (ADMM, Antica Serie, 29.6)
- Progetto di aderenza dei feudi di Lunigiana alla serenissima repubblica di Genova (ADMM, Nuova Serie, 20)
- Lettera di Andrea Doria, ADMM, Lettere (in esposizione)
- Lettera di Andrea Doria (1536) indirizzata a Don Francisco Los Conos, alto funzionario spagnolo in Milano, Il Principe, signore di Genova, intervenne a sostegno delle ragioni dei Malaspina di Mulazzo che tentavano di recuperare il feudo di Cariseto a loro tolto. ADMM, Lettere (in esposizione)
- Lettera di Filippo Corsini su contribuzioni speciali sollecitate dall'Imperatore (1755)
- Ragioni dei Malaspina contro il senato milanese
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Documenti
- Controversie di confini fra Groppoli e Mulazzo antiche e moderne, con i documenti della compravendita del Giarone (ADMM, Antica Serie, 7.1)
- Dispute per le more di Filattiera (ADMM, Antica Serie, 7.3)
- Causa per terminazione da farsi fra i beni del benefizio di S. Vittore di Mulazzo e i beni del signor marchese di Podenzana (ADMM, Antica Serie, 13.1 a)
- Ragioni per le quali il signor marchese Alessandro Malaspina di Podenzana suddetto sostiene di non essere tenuto a pagare l'estimo per i suoi beni situati in Mulazzo (ADMM, Antica Serie, 13.1 b)
- Causa dei signori Maghella di Calice contro i signori Guscioni di Villa per la terra detta al Masone confiscata dal signor marchese Carlo Morello Malaspina ai primi e venduta ai secondi, terminata nel mese di luglio 1804 dal signor marchese Alessandro Malaspina (ADMM, Antica Serie, 13.2)
- Incamerazione di un credito appartenente al convento di san Francesco di Pontremoli contro il comune di Parana (ADMM, Antica Serie, 13.3)
- Confinazione fra Filattiera e Mulazzo con l'instrumento autentico (ADMM, Antica Serie, 31.1)
- Licenza domandata dal governo toscano per fare le piante del corso della Magra nel territorio di Mulazzo e successive rappresentanze per le more fatte da quelli di Mulazzo (ADMM, Antica Serie, 31.2)
- Fogli riguardanti i confini tra Mulazzo e Filattiera (ADMM, Antica Serie, 31.3)
- Differenze di confini tra il marchesato di Calice e Suvero (ADMM, Antica Serie, 31.4)
- Vertenze di more fra Castagnetoli e Filattiera (ADMM, Antica Serie, 32.1)
- Vertenze di confine fra Groppoli e Filattiera (ADMM, Antica Serie, 32.3)
- Differenze di confini fra Villa e Groppoli (ADMM, Antica Serie, 32.7)
- Pesca sul fiume Magra, omicidio e qualche cenno sul confine tra Filattiera e Groppoli (ADMM, Antica Serie, 32.8)
- Affare per le strade di Calice nel territorio di Parana e ricognizione di giurisdizione (ADMM, Antica Serie, 32.10)
- Ragioni dei marchesi di Filattiera sopra Treschietto (ADMM, Antica Serie, 35.6)
Didascalie immagini:
- Regolamento per le more (costruzioni di regimazione delle piene del Magra)
- Preteso sconfinamento di capretra Villa (feudo di Castevoli) e Parana (feudo di Mulazzo)
- Mappa per le dispute dei confini del bosco di Gambatacca
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- A.S.F. Piante (Confini), filza 155, sez. VIII n° 2
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Il feudo imperiale di Mulazzo negli antichi statuti delle comunità
I primi statuti di Mulazzo risalgono al 1333 e sono espressione tipica dello ius proprium della comunità. Da essi si rileva che il municipium era in origine composto da due consoli, da due consiglieri di ogni comune, da un notaro e da un massaro nominati dai consoli, i quali a loro volta eleggevano gli altri magistrati: corrieri, soprastanti, saltari. I consiglieri esercitavano gratuitamente il loro ufficio, mentre gli altri magistrati operavano dietro compenso e previo giuramento.
Il carattere "alluvionale" di tali statuti,caratterizzato dalla non sistematicità delle materie, era contraddistinto dalla mescolanza di norme penali e civili. La comunità (vicinia rusticana o gentes loci) rappresenta il soggetto fiscale e giuridico che si contrappone ai nobiles e al dominus loci per le materie codificate nei patti statutari. Comune ed autorità feudale, originariamente autonomi, diventano nel corso del tempo, con la presenza costante del dominus loci sul territorio, entità subordinate. L'ordinamento statutario è sottoposto al riconoscimento da parte del signore, mentre i magistrati comunali, in alcuni casi, col radicarsi della struttura feudale, diventano funzionari feudali (ad esempio il podestà). Nel 1344 Morello Malaspina, oltre all'approvazione dei citati statuti del 1333 che precedentemente dovevano essere non scritti, firma patti, capitoli e convenzioni con il comune, quale unico feudatario di Mulazzo, Groppoli e Montegreggio.
Il potere giurisdizionale che il marchese esercitava sull'intero condominio di Mulazzo veniva trasmesso al primogenito maschile, se minore al momento della successione al tutore in sua vece fino al venticinquesimo anno. L'ordine di successione escludeva le femmine (novella CXVIII del Corpus iuris civilis o Corpus iuris Iustinianeum) che erano subordinate all'antico ius italiano di discendenza longobarda, secondo il quale esse, eccetto la dote, nulla potevano pretendere dalla casa paterna. Nel corso del secolo XVI, nel contesto storico-politico italiano, si è ormai attuato completamente il passaggio ad un governo di tipo signorile: il signore ha ormai assunto la facoltà normativa fondando il suo potere sulla delegazione dell'antica iurisdictio comunale, mentre il comune continua a reggersi sui propri organi tradizionali. Gli statuti di questa epoca hanno dunque una natura cosiddetta "largita", in quanto vengono concessi dal marchese Malaspina in un contesto in cui il comune da organismo autonomo, quale era nel corso del XIV secolo, diventa autarchico, in quanto il dominus è:
- supremo moderatore della legislazione comunale;
- le norme statutarie non possono diventare esecutive senza la sua approvazione;
- il signore è mezzo legale per la modificazione degli statuti formulati dagli organi comunali.
Non a caso appositi funzionari sono preposti a condere statuta et condita reformare, mentre gli antichi statuti si richiamavano al giudizio secondo leges, iura et statuta civitatis. Lo statuto del XVI secolo possiede ormai un'efficacia totale sopra qualunque altro dispositivo, sancendo il principio che il diritto statutario, da diritto sussidiario del diritto comune assurge alla funzione stessa di diritto comune. Questa evoluzione dell'istituzione comporta la necessità di salvaguardare gli statuti della comunità e definirli come sola legge prioritaria in sede di giudizio.
Le magistrature e i compiti ad esse assegnati restano immutati rispetto a quanto disposto nei capitoli statutari del 1344; i consoli e il notaro del comune continuano ad esercitare attività giudiziaria nel contenzioso civile e nei piccoli furti, mentre al marchese e ai suoi ufficiali competono gli affari criminali. Il podestà diventa auditore del feudo e funzionario marchionale, eletto dal marchese, giudice ordinario in tutte le cause civili e criminali, assistito da un vicario (che per lui compila gli atti, procedure e giudizi) e da un notaro (pubblico ufficiale che appone la firma e legalizza gli atti, da lui nominati e a sua diretta dipendenza. Il marchese è giudice supremo e d'appello nelle sentenze civili e criminali proferite dal podestà, oltre ad avere piena autorità militare sul corpus di militi paesani comandati da un caporale e da un capitano.Statuto di Groppoli
Gli statuti di Groppoli diventano autonomi da quelli di Mulazzo all'atto della divisione del condominio nel 1481. Fino a tale data il suo popolo concorreva alla formazione del municipio di Mulazzo con due consoli e due consiglieri, che erano riconosciuti dal marchese di Mulazzo come rappresentanti di quella comunità (allo stesso modo per Pozzo e Montereggio).Si ha notizia di un primo statuto redatto nel 1578. Una copia tarda dello stesso, integrata, viene inviata nel 1581, come d'uso nei territori sottoposti alla giurisdizione fiorentina, all'approvazione del granduca di Toscana Francesco I. Tali statuti rimarranno in vigore fino al 1773.I nuovi statuti cinquecenteschi di Groppoli sanciscono una nuova linea di governo del territorio, a partire dalla cessione effettuata da Francesco I a Giulio Nicolò Sale nel 1592. La famiglia Brignole Sale eserciterà il giudizio nelle materie già di competenza marchionale, riservando al Granducato di Toscana l'esercizio giuridico nelle cause penali. Restano invariate le magistrature ma vengono istituiti i buonuomini (in numero di tre), giurati dell'età di quarant'anni, tutori del diritto della comunità che, previo il permesso del capitano di giustizia, possono correggere e modificare lo statuto di loro autorità, definire in modo inappellabile qualunque controversia insorga tra gli abitanti del comune, con facoltà di servirsi di un saggio, nominare sindaci e procuratori, assistere a tutte le cause che si tengo davanti al capitano di giustizia, che per ogni condanna per delitto e tortura deve ricorrere alla loro approvazione. Vengono nominati spesso tra persone fuori del territorio del distretto e otengono il diretto beneplacito dal governo centrale di Firenze.
Statuti di Montereggio e Pozzo
Nel secolo XIV la comunità di Montereggio era stata unita a Mulazzo e gli ordinamenti statutari vigenti erano quelli del condominio di Mulazzo. In seguito alle divisioni attuate nel 1573 dai marchesi di Mulazzo, figli di Morello, Pozzo e Montereggio divennero feudi autonomi indipendenti, sotto la signoria del marchese Giovan Paolo.Nel 1599, forse per sancire tale autonomia, non ratificata tuttavia da alcun diploma imperiale, fu redatto uno statuto, emendato e corretto dai marchesi Leonardo e Giulio Cesare.L’ordinamento statutario nei contenuti è comunque identico a quello di Mulazzo; i capitoli stesi per Montereggio, se si eccettuano alcune aggiunte successive, sono l’esatta trascrizione di quelli presenti nello statuto di Mulazzo.
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- È fuggito dalle carceri di Venezia, ove era detenuto come prigioniere di Stato, Il Marchese Giacinto Malaspina d'anni 54, di statura 5 piedi e 10 pollici, magro di personale, viso olivastro, e allungato, naso lungo aquilino, occhi neri, grosse ciglia, canuto di capelli, ma non interamente, ed era vestito con giubba di color verde, pantaloni bigi, cappello tondo, scarpe e coda intrecciata: parla bene il francese ed un poco il tedesco. Questo regio Governo comanda premurosamente che detto soggetto sia diligentemente rintracciato, e arrestato, come S[ignoria] V[ostra] farà eseguire capitando in codesto suo dipartimento.
ADMM, Lettere (in esposizione)
Vedi anche:
Il corpus giuridico di Azzo Giacinto III Malaspina
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Statuto di Mulazzo Statuto di LusuoloImmagini
Serie fiscali - patrimoniali - benefici
Censi, gabelle, pedaggi, entrate fiscali
- Stabilimento di una dogana di sali nel feudo del signor marchese Carlo Morello Malaspina di Mulazzo ne' i Casoni di Calice (ADMM, Antica Serie, 12.1)
- Crediti Pavesi e Bertolini contro la comunità di Mulazzo (ADMM, Antica Serie, 15.4)
- Estimo di Montereggio ed accomandigia con il Granduca di Toscana (ADMM, Antica Serie, 35.9)
- Conti e livelli di Calice e Veppo (ADMM, Antica Serie, 38.5)
Benefici ecclesiastici I
- Fogli di Santa Maria del Monte (ADMM, Antica Serie, 27.2)
- Brevi per la cappella privata di Mulazzo (ADMM, Antica Serie, 27.3)
- Fondazione della cappella dei Casoni, messa quotidiana Gragnotti, messa quotidiana Chiartelli a Pozzo e scritti per la cappella del Rosario a Pozzo (ADMM, Antica Serie, 27.9)
- Spese per le monache fatte nelle Murate di Firenze (ADMM, Antica Serie, 29.8)
- Libro di amministrazione della Beata Vergine del Rosario di Mulazzo (ADMM, Antica Serie, 41.2)
- Libro di entrata della Beata Vergine del Rosario di Mulazzo (ADMM, Antica Serie, 41.3)
- Entrate di Santa Maria del Monte (ADMM, Nuova Serie, 9.1)
- Cappellania di Santa Maria Lauretana in Calice (ADMM, Nuova Serie, 14)
- Carte riguardanti il monastero della Madonna della Neve di Piacenza e le "Putte preservate" (ADMM, Nuova Serie, 21)
- Commissioni imperiali del gran maestro di Malta e di altri principi per alzare al Sacro Fonte i primogeniti Malaspina (ADMM, Antica serie, 29.9
Serie patrimoniali private
(Benefici allodiali, cessioni ed acquisizioni patrimoniali per compravendite e matrimoni)
- Interessi dei signori Malaspina di Mulazzo con i signori Brignole Sale di Genova (ADMM, Antica Serie, 12.2)
- Carteggio stime ed inventari entrate e pagamenti delle possessioni assegnate alla signora Alessandra Malaspina Montecuccoli (ADMM, Antica Serie, 13.4)
- Copie di strumenti di compre, censi, affitti, matrimoni e testamenti (ADMM, Antica Serie, 14)
- Crediti supposti dai signori Bertolini di Pontremoli e ricercati nell'anno 1769 inutilmente (ADMM, Antica Serie, 16.2)
- Testamento del fu Francesco Rossi ed adempimenti del medesimo (ADMM, Antica Serie, 17.3)
- Carteggio e fogli appartenenti al signor marchese Giuseppe Pacca di Benevento per l'eredità Crivelli (ADMM, Antica Serie, 17.5)
- Affare della pensione del signor marchese Alessandro sopra le rendite del vescovado di Patti in Sicilia (ADMM, Antica Serie, 18.2)
- Causa per le possessioni di Malandrino appartenenti ai signori marchesi di Mulazzo (ADMM, Antica Serie, 23.1)
- Confisca dei beni del Crescini a pro marchesi di Mulazzo (ADMM, Antica Serie, 23.2)
- Fascio contenente chirografi, testamenti, strumenti di compravendite, livelli, doti, quietanze appartenenti alla famiglia Malaspina di Mulazzo (ADMM, Antica Serie, 24.1)
- Donazioni del marchese Fabio e altro relativo (ADMM, Antica Serie, 24.4)
- Scritti appartenenti al credito che la famiglia Malaspina aveva in San Giorgio di Genova (ADMM, Antica Serie, 28.5)
- Scritti appartenenti al legato del conte Avogadro di Brescia (ADMM, Antica Serie, 28.6)
- Affitti degli allodiali di Castevoli fatti dalla famiglia Gherardi di Firenze al marchese di Mulazzo e saldi relativi con il testamento fatto in Firenze dal marchese Tommaso di Castevoli (ADMM, Antica Serie, 28.7)
- Strumenti di compre, quietanze e testamenti appartenenti alla famiglia di Mulazzo, fra i quali diversi stipulati nello Stato di Parma (ADMM, Antica Serie, 28.9)
- Diversi fasci per la causa contro la comunità di Castevoli per il censo dei conti Petrucci di Pontremoli fatta dal marchese di Mulazzo (ADMM, Antica Serie, 30.1)
- Lettere e saldi dell'agente Medici in Firenze (ADMM, Antica Serie, 35.11)
- Conti di Platestainer mercante in Parma con il signor Carlo Morello Malaspina (ADMM, Antica Serie, 37.2)
- Fogli riguardanti il credito degli ebrei di Reggio col marchese Stefano (ADMM, Antica Serie, 38.1)
- Ricevute di Ghilardoni, Botti e Maridoni (ADMM, Antica Serie, 38.2)
- Ricevute Wertmar, Bertolini, Dosi, Pavesi, Carmisani, marchese Alfonso e marchese Ippolito Malaspina, Gioannelli di Vienna, Capello di Genova, Brignole Sale ed altri agenti in Vienna (ADMM, Antica Serie, 38.3)
- Conti e saldi Malaspina e Brignole Sale (ADMM, Antica Serie, 38.4)
- Ricevute della marchesa Maria Luisa di Podenzana maritata al marchese di Mulazzo (ADMM, Antica Serie, 38.6)
- Entrate della casa Malaspina di Mulazzo (ADMM, Nuova Serie, 9.2)
- Libro d'entrata dei terreni Mosti Malaspina (ADMM, Nuova Serie, 15)
- Carte riguardanti l'eredità Macchietta di Mulazzo (ADMM, Nuova Serie, 22)
I Malaspina di Mulazzo per arrestare la progressiva frantumazione del feudo decisero di dar vita a due distinte linee che avrebbero governato a rami alterni. Dalle rispettive dimore tali linee si distinsero in signori del Castello e signori del Palazzo, avendo chiesto ed ottenuto dall'imperatore Carlo V di istituire al loro interno la successione secondo la primogenitura, pattuendo di lasciare in comunione il potere giurisdizionale su Mulazzo ed i territori compresi entro l'omonimo feudo.
Una linea, derivante da Giovan Paolo abitava dunque il Castello, l'altra discesa da Giovan Cristoforo risiedeva nel Palazzo situato nel borgo, costruito sulle rovine dell'antica rocca che già nel '500 era fortemente degradata. La torre esagonale subì vari ridimensionamenti, documentati a partire da questo periodo, e rimase comunque, oltre che presidio per l'avvistamento sulla valle sottostante, un simbolo di potere, nonché luogo di conservazione delle armi e sede di prigioni.
La linea del Palazzo si estinse nel 1794 con il marchese Cesare, il quale non rivendicò l'investitura imperiale. I suoi possedimenti passarono ai signori del Castello, ricostituendo in tal modo l'unità del feudo.
In seguito all'emanazione del decreto francese del 2 luglio 1797 che sanciva l'abolizione dei feudi, lasciando ai feudatari solo le proprietà patrimoniali private o allodiali, il territorio del feudo di Mulazzo venne aggregato alla Repubblica Cisalpina (divenuta successivamente Regno Italico) e quindi all'Impero Francese.
Documenti
- Dispute fra i signori marchesi Malaspina condomini di Mulazzo particolarmente riguardo all’alta torre esistente nella terra di Mulazzo. Progetto di divisione del feudo di Mulazzo (ADMM, Antica Serie, 5)
- Carte riguardanti la linea del Palazzo dei Malaspina di Mulazzo (ADMM, Nuova Serie, 16)
- Fascio contenente la decadenza della metà del feudo di Mulazzo per non avere il marchese Cesare presa l’investitura (ADMM, Antica Serie, 24.3)
- Opposizione della comunità di Mulazzo per impedire la divisione tra il marchese Carlo Maria e Giovanni Cristofaro (ADMM, Antica Serie, 28.10)
- Scritti relativi alla Torre di Mulazzo detta di Dante (ADMM, Antica Serie, 34)
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La fine del dominio coincise con l'estinzione del ramo, in quanto Carlo Morello, che aveva sposato Caterina Meli Lupi di Soragna, ebbe tre figli maschi che rimasero tutti celibi Azzo Giacinto, Luigi e Alessandro.
Luigi, che fu in gioventù paggio presso la corte borbonica di Napoli e quindi capitano di cavalleria nell'esercito dei Borboni, si contraddistinse per la litigiosità nei confronti dei fratelli in merito a questioni di natura patrimoniale e per aver compiuto lo spoglio dei materiali lapidei di pregio dal castello di Mulazzo in rovina, a favore di una sua nuova dimora costruita a Pontremoli.
Carlo Morello soggiornò poco a Mulazzo, in quanto visse per molti anni tra Pisa, Firenze e Palermo (lo zio della moglie, Giovanni Fogliani Sforza d'Aragona, era Viceré di Sicilia )La produzione dell'archivio è nella sua fase finale.
Documenti
- Carteggio per le investiture del signor marchese Carlo Morello (1753-1760) (ADMM, Antica Serie, 15.2)
- Lettere del Fogliani Sforza Plenipotenziario a Genova (ADMM, Antica Serie, 22.4)
- Scritti riguardanti la divisione del marchese Luigi e del marchese Alessandro di Mulazzo (ADMM, Antica Serie, 24.5)
- Rescritti fatti in Mulazzo sotto la reggenza del marchese cavalier Luigi (ADMM, Antica Serie, 26.4)
- Lettere del viceré di Sicilia (Giovanni Fogliani Sforza) coi Malaspina (ADMM, Antica Serie, 27.7)
- Instrumenti appartenenti alla signora marchesa Matilde Malaspina Sforza Fogliani (ADMM, Antica Serie, 33.1)
- Lettere e conti per l'investitura del marchese Carlo Morello (ADMM, Antica Serie, 35.5)
- Carte riguardanti Luigi Malaspina di Mulazzo (ADMM, Nuova Serie, 7)
- Libro dei conti di Luigi Malaspina di Mulazzo (ADMM, Nuova Serie, 10)
Alessandro Malaspina nacque a Mulazzo il 5 novembre 1754, dal marchese di Mulazzo Carlo Moroello Malaspina, e da Caterina Meli Lupi dei principi di Soragna. Nel 1762 si trasferì con la famiglia a Palermo presso lo zio di Caterina, il marchese Fogliani Sforza d'Aragona, viceré di Sicilia. Dopo il breve soggiorno palermitano, dal 1762 al 1765, Alessandro compì gli studi a Roma presso il Collegio Clementino (1765 - 1773). Entrato nell'Ordine di San Giovanni di Gerusalemme, trascorse un anno a Malta, e nel Mediterraneo, a bordo di un vascello dell'ordine, fece le prime esperienze di navigazione.
Nel 1774 fu ammesso nella Real Armada e nello stesso anno ottenne il grado di guardiamarina nell'Accademia di Cadice. Nel 1775, imbarcato sulla fregata Santa Teresa, partecipò alla spedizione in soccorso di Melilla, e poi all'assedio di Algeri. Dal 1777 al 1779 Malaspina compì il primo viaggio alle Filippine con la fregata Astrea, comandata da Antonio Mesía.
Durante la guerra contro l'Inghilterra, imbarcato sul vascello San Julían, prese parte alla battaglia di Capo Santa Maria (1780). Nel dicembre dello stesso anno, a bordo del vascello San Justo, partecipò allo scontro presso Capo Espartel. Nel 1782, prima sulla fregata Santa Clara, poi su di una batteria galleggiante, prese parte al tentativo di prendere Gibilterra.
Dal marzo 1783 al luglio 1784 compì il suo secondo viaggio nelle Filippine a bordo della fregata Asuncíon. Nel 1785 iniziò ad occuparsi dell'idrografia delle coste spagnole, alle dipendenze dell'ufficiale cartografo Vicente Tofiño; ottenne in seguito la nomina a tenente del Corpo dei Guardiamarina di Cadice. Dal settembre 1786 al maggio 1788, al comando della fregata Astrea, noleggiata dalla Real Compañía de Filipinas, intraprese un viaggio commerciale attorno al mondo, doppiando il Capo di Buona Speranza all'andata e Capo Horn al ritorno).
Nel settembre del 1788, con il collega José Bustamante y Guerra, propose al governo spagnolo l'organizzazione di una spedizione di natura politico-scientifica, impiegando due corvette, per visitare i possedimenti spagnoli in America e Asia. La spedizione, composta dalle due corvette Descubierta e Atrevida, salpò da Cadice il 30 luglio 1789.
Nel 1791 Malaspina ricevette dalla Spagna l'ordine di cercare il "passaggio a Nord–Ovest" e, dopo aver esplorato le coste dell'Alaska, trascorse un mese nell'avamposto spagnolo di Nootka, sulla costa occidentale dell'isola di Vancouver, prima di tornare in Messico. Nel 1792 inviò le golette Sutíl e Mexicana, comandate rispettivamente da Dionisio Alcalá Galiano e Cayetano Valdés ad esplorare gli stretti di Juan de Fuca e di Georgia. Il 21 settembre 1794 la spedizione rientrò a Cadice e nel marzo del 1795 fu nominato brigadiere d'Armata. Provò a influenzare la politica del governo con proposte e relazioni, che non incontrarono il favore del primo ministro Manuel Godoy. Il 24 novembre 1795 Malaspina fu arrestato con l'accusa di complotto contro lo stato e nel 1796 venne imprigionato nella fortezza di San Antón a La Coruña. Segregato nel castello, dal 1796 al 1802 Alessandro Malaspina scrisse saggi economici e filosofici. Verso la fine del 1802, dietro interessamento di Francesco Melzi d'Eril, vicepresidente della Repubblica italiana, venne rilasciato, ma dovette abbandonare immediatamente la Spagna.
Rientrato in Italia, Malaspina tornò in Lunigiana e stabilì la sua residenza a Pontremoli, dove morì nel 1810.
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Documenti inserire link
- Mediazione del signor marchese Alessandro Malaspina di Mulazzo per le pendenze esistenti tra i signori marchesi di Fosdinovo (ADMM, Antica Serie, 17.2) MANCA
- Carteggi spagnoli del marchese Alessandro (ADMM, Antica Serie, 22.1) MANCA
- Bilanci ed inventari appartenenti all'eredità del marchese Alessandro ed altri fogli relativi (ADMM, Antica Serie, 27.1) MANCA
- Malaspina Alessandro e Malaspina Luigi per succedere nei crediti della Depositeria (ADMM, Antica Serie, 39) MANCA
- Carte riguardanti Alessandro Malaspina (ADMM, Nuova Serie, 3) MANCA
- Lettere autografe di Alessandro Malaspina e di Fabio Ala Ponzone, altro ufficiale della spedizione scientifica, si conservano nei fondi "Ala Ponzone" e "Ramón Ximénez" NON COMPLETI
Didascalie immagini
- Ritratto di Alessandro Malaspina
- Atto di battesimo di Alessandro Malaspina
- Albero genealogico
- Ritratto di Alessandro Malaspina
- Ritratto di Alessandro Malaspina
- La prima notizia dell'arresto di Alessandro Malaspina in Italia: Lettera di Fabio Ala Ponzone a Ximénes 1 dicembre 1795
- Mappa de la Coruña - La carta apparteneva ad un atlante inglese del 1802
- Lettera autografa di Alessandro Malaspina dopo l'arresto
- Il rientro a Pontremoli in Lunigiana
- Carta della Spagna
- Palazzo Reale Escorial (Madrid)
- Lettera 1788
- I grandi navigatori che precedono la spedizione malaspiniana: Cook
- I grandi navigatori che precedono la spedizione malaspiniana: La Pérouse
Vedi anche:
- Pubblicazioni consultate da Alessandro Malaspina prima della spedizione
- La spedizione
- Strumentia
- Descrizione delle imbarcazioni
- Membri della spedizione
- Il carteggio fra Ala Ponzone e Ximenez
- Biografie dei membri della spedizione
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Personaggio di grande spessore culturale, analogamente al fratello Alessandro, è invece, sicuramente Azzo Giacinto III, solo Signore del luogo per diritto di primogenitura e per la sopracitata riunione dei poteri feudali dei due rami. Uomo fiero e generoso, di grande cultura e sentimenti liberali, legislatore e riformatore degli ancora vigenti statuti feudali, fino all'introduzione di un quasi corpus costituzionale.
Figlio primogenito di Carlo Morello, marchese di Mulazzo, e di Caterina Meli Lupi di Soragna. Amante del bel vivere, ma non disdegnoso di buone letture, dopo aver trascorso un periodo alla corte di Parma, divenne marchese di Mulazzo alla morte del padre (1774). Subito, nel suo minuscolo feudo, iniziò a legiferare con una sorta di affanno riformatore che, non soltanto fu malvisto dai Malaspina dei feudi attigui, ma, sovente, non fu capito neppure dai sudditi mulazzesi. Prima ancora che Napoleone, alla testa dell'armata d'Italia, vincesse le prime battaglie, Azzo Giacinto spontaneamente rinunciò ad ogni prerogativa feudale ed issò sulla torre di Mulazzo il tricolore francese (quello italiano non esisteva ancora), simbolo di Liberté Egalité Fraternité. Durante la breve restaurazione del biennio 1799-1800 fu arrestato dalla polizia austriaca e, dopo un penoso calvario attraverso le prigioni di Firenze, Mantova, Verona e Venezia, scomparve in misteriose circostanze; quasi certamente affogò nel tentativo di evadere dal carcere veneziano di S. Giorgio in Alga. Non conoscendosi alcun ritratto suo, riproduciamo e trascriviamo qui la descrizione del suo aspetto, diramata dalla polizia austriaca al momento della sua scomparsa. Tale documento si conserva nell'Archivio Domestico dei Malaspina di Mulazzo (Mulazzo, presso il Centro di Studi Malaspiniani):
E' fuggito dalle carceri di Venezia, ove era detenuto come prigioniere di Stato, Il Marchese Giacinto Malaspina d'anni 54, di statura 5 piedi e 10 pollici, magro di personale, viso olivastro, e allungato, naso lungo aquilino, occhi neri, grosse ciglia, canuto di capelli, ma non interamente, ed era vestito con giubba di color verde, pantaloni bigi, cappello tondo, scarpe e coda intrecciata: parla bene il francese ed un poco il tedesco.Questo regio Governo comanda premurosamente che detto soggetto sia diligentemente rintracciato, e arrestato, come S[ignoria] V[ostra] farà eseguire capitando in codesto suo dipartimento. (Sigla)
Bibliografia
P. LITTA, Famiglie celebri italiane. Malaspina, Tav. VIII, Milano, Giusti, 1852.
E. BRANCHI, Storia della Lunigiana feudale, Pìstoia, Beggi, 1897-98, (ora anche in ristampa anastatica: Bologna, Forni, 1972), vol. I, pp. 452-471.
G. SFORZA, «Contributo alla biografia di Azzo Giacinto Malaspina ultimo Marchese di Mulazzo», Giornale Ligustico, XXII (1897), pp. 171-191.
G. SFORZA, «Un feudatario giacobino», Giornale Storico e Letterario della Liguria, IV (1903), fasc. 1-3, pp. 5-46. [Include il carteggio fra Azzo Giacinto e Paolo Greppi].
P. FERRARI, Un lunigianese fra i primi martiri della libertà italiana: Azzo Giacinto Malaspina, Pontremoli, Artigianelli, [1945], 14 pp. D. MANFREDI, «Sulla sorte di Azzo Giacinto Malaspina ultimo feudatario di Mulazzo», Cronaca e Storia di Val di Magra, XVIII-XX /1989-1991, Aulla, 1992, pp. 119-135.
D. MANFREDI, «Apporti alla biografia di Azzo Giacinto III Malaspina di Mulazzo», Cronaca e Storia di Val di Magra, XXVI-XXVII / 1997-98, Aulla, 1998, pp. 151-179.
N. MICHELOTTI, «Gli anni bui di Azzo Giacinto, Luigi ed Alessandro Marchesi di Mulazzo», Archivio Storico per le Province Parmensi, Serie IV, XLIX-1997, Parma, 1998, pp. 147-167. Dario Manfredi
I materiali dell'archivio familiare servirono durante la Restaurazione, dopo la morte di Azzo Giacinto III Malaspina, a dirimere la lite tra i due fratelli superstiti, essendo nel 1803 rientrato in Italia anche Alessandro, che riordinò, anche a tal scopo, l'archivio familiare, constatando così la dispersione di molte carte.
Documenti
- Commissioni imperiali dirette ai signori marchesi Malaspina (ADMM, Antica Serie, 6.2)
- Terminazione tra Montereggio Parana e Calice (ADMM, Antica Serie, 7.2)
- Rendiconto degli interessi dei signori Malaspina di Mulazzo con i signori marchesi Brignole Sale di Genova (ADMM, Antica Serie, 12.2)
- Censi fatti, acquistati ed alienati dal signor marchese Azzo Giacinto di Mulazzo (ADMM, Antica Serie, 12.3)
- Lettere ed attestati relativi all'insorgenza degli uomini di Castevoli (ADMM, Antica Serie, 12.4)
- Dispute per il pascolo sui monti e progetto d'accomodo fra gli uomini di Parana e Villa. E rappresaglia di capre (ADMM, Antica Serie, 15.5)
- Bilanci, lettere e ricevute di Giuseppe Casini procuratore in Firenze del marchese Azzo Giacinto Malaspina (ADMM, Antica Serie, 16.1)
- Affare di Vincenzo Bianchi cameriere del signor marchese Azzo Giacinto con i documenti giustificativi (ADMM, Antica Serie, 17.4)
- Carteggio del signor marchese Azzo Giacinto per diversi affari con i plenipotenziari di S.M.I. (ADMM, Antica Serie, 18.1)
- Carteggio per il furto della croce di brillanti del marchese Leonardo (ADMM, Antica Serie, 18.3)
- Venuta in Lunigiana di S.A.R. Pietro Leopoldo Arciduca d'Austria e Granduca di Toscana. Deputazione del Sig. Marchese Azzo Giacinto di Mulazzo per fare i suoi uffizi al medesimo anche in nome di tutte le famiglie Malaspina (ADMM, Antica Serie, 19.2)
- Affare per gli allodiali del fu signor marchese Giovanni Malaspina della Bastia essendo procuratore della sig. Annetta, vedova del medesimo, il signor marchese Azzo Giacinto Malaspina. Copia di investitura del feudo di Aulla col sentimento dell'agente di Vienna per la successione in mancanza dei maschi di Podenzana in favore della marchesa Annetta della Bastia (ADMM, Antica Serie, 19.4)
- Commissioni e relazioni del marchese Azzo Giacinto Malaspina avuta da S. M. per Genova, Lucca e Massa in affare di contribuzioni (ADMM, Antica Serie, 25.7)
- Lettere, documenti e condizioni per la vendita di Calice, Veppo e Madrignano a S.A.R. Granduca di Toscana (ADMM, Antica Serie, 26.1)
- Lettere del podestà di Calice al marchese di Mulazzo per i confini tra Genova e Madrignano (ADMM, Antica Serie, 29.2)
- Controversie per il poggio sotto la possessione di Valle (ADMM, Antica Serie, 32.2)
- Lettere e ricevute fra Perego di Milano ed il marchese di Mulazzo (ADMM, Antica Serie, 37.1)
- Lettere di diversi membri della famiglia Malaspina (ADMM, Nuova Serie, 1)
- Carte riguardanti Azzo Giacinto III Malaspina di Mulazzo (ADMM, Nuova Serie, 5.1)
- Vertenza tra Azzo Giacinto Malaspina III di Mulazzo e la comunità di Castevoli per l'istituzione di una gabella di confine tra i due feudi (ADMM, Nuova Serie, 5.2)
- Ricevute della Depositeria Generale di S.A.R. ad Azzo Giacinto III Malaspina (ADMM, Nuova Serie, 8)
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- È fuggito dalle carceri di Venezia, ove era detenuto come prigioniere di Stato, Il Marchese Giacinto Malaspina d'anni 54, di statura 5 piedi e 10 pollici, magro di personale, viso olivastro, e allungato, naso lungo aquilino, occhi neri, grosse ciglia, canuto di capelli, ma non interamente, ed era vestito con giubba di color verde, pantaloni bigi, cappello tondo, scarpe e coda intrecciata: parla bene il francese ed un poco il tedesco. Questo regio Governo comanda premurosamente che detto soggetto sia diligentemente rintracciato, e arrestato, come S[ignoria] V[ostra] farà eseguire capitando in codesto suo dipartimento. ADMM, Lettere (in esposizione)
- Lettera
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Archivio domestico MalaspinaImmagini
I materiali dell'archivio familiare servirono durante la Restaurazione, dopo la morte di Azzo Giacinto III Malaspina, a dirimere la lite tra i due fratelli superstiti, essendo nel 1803 rientrato in Italia anche Alessandro, che riordinò, anche a tal scopo, l'archivio familiare, constatando così la dispersione di molte carte.
Fascicoli:
- Commissioni imperiali dirette ai Sig. Marchesi Malaspina
- Affare di Vincenzo Bianchi cameriere del Sig. March.Azzo Giacinto con i documenti giustificativi
- Carteggio tra Vincenzo Malaspina Estense da Villafranca ad Azzo Giacinto Malaspina
- Bilanci e ricevute da G.Casini procuratore in Firenze del marchese Azzo Giacinto Malaspina
- Carteggio del Sig. Marchese Azzo Giacinto per diversi affari con i plenipotenziari di S.M.I.
- Commissioni e relazioni del march. Azzo Giacinto malaspina avuta da S. M. per Genova, Lucca e Massa in affare di contribuzioni
- Venuta in Lunigiana di S.A.R. Pietro Leopoldo Arciduca d'Austria e Granduca di Toscana. Deputazione del Sig. Marchese Azzo Giacinto di Mulazzo per fare i suoi uffizi al medesimo anche in nome di tutte le fam. Malaspina
- Affare per gli allodiali del fu sig. marchese Giovanni Malaspina della Bastia essendo procuratore della sig. Annetta, vedova del medesimo, il sig. march. Azzo Giacinto Malaspina Copia dell'investitura del feudo di Aulla col sentimento dell'agente di Vienna per la successione in mancanza de' maschi di Podenzana in favore della marchesa Annetta della Bastia
- Dispute di pascolo sui monti e progetto d'accomodo fra gli uomini di Parana e Villa e rappresaglia di capre
- Terminazioni tra Montereggio Parana e Calice
- Carte riguardanti Azzo Giacinto III Malaspina di Mulazzo
- Vertenza tra Azzo Giacinto Malaspina III di Mulazzo e la comunità di Castevoli per l'istituzione di una Gabella di Confine tra i due feudi
- Lettere ed attestati relativi all'insorgenza degli uomini di Castevoli
- Documenti e memorie di di Francesco Maracchi auditore di Mulazzo e Pontremoli contro gli uomini di castevoli
- Lettere del podestà di cadice al march. Di Mulazzo per i confini tra Genova e Mafrignano
- Vendita di Calice, Veppo e Madrignano a s.a.r. Granduca di Toscana Controversie per il poggio sotto la possessione di Valle
- Ricevute della Depositeria Generale di S.A.R. ad Azzo Giacinto III Malaspina
- Carteggio per il furto della croce di brillanti del march. Leonardo
- Rendiconto degli interessi dei Sig. Malaspina di Mulazzo con i Sig. Brignole Sale
- Carte varie contenenti i testamenti di Azzo Giacinto III del 1796 e del 1798, atti riguardanti l'esecuzione testamentaria, procura di Azzo Giacinto III ad Azzolino Malaspina di Fosdinovo e all'Avv. Raffaelli
- Censi fatti acquistati ed alienati dal Sig. Azzo Giacinto di Mulazzo
- Lettere e ricevute fra Perego di Milano ed il Marchese di Mulazzo
- Lettere di diversi membri della fam. Malaspina
- Carte e lettere del Marchese di Olivola ad Azzo Giacinto Malaspina di Alessandro Malaspina di Podenzana ad Azzo Giacinto, di Carlo Morello ad Azzo Giacinto
- Giustificazione alla propria condotta scritta da Luigi in merito all'arresto diAzzo Giacinto III
- Carteggio: Da Napoli con Duquet Giuseppe
- Lettere di corrispondenti diversi: Gigliati da Cadice; Cocchi Giuseppe Maria da Firenze
- Dichiarazione riguardante il salvacondotto ottenuto dai Francesi nel 1796 da Azzo Giacinto III Carlo Emanuele di Fosdinovo. Tommaso Corsini di Tresa
FONTI, SAGGI, RECENSIONI, REPERTORI BIBLIOGRAFICI, ARTICOLI DIVULGATIVI, CITAZIONI E SPUNTI LETTERARI SU ALESSANDRO MALASPINA, SULLA SPEDIZIONE DA LUI GUIDATAE SUGLI UOMINI CHE VI PARTECIPARONO NONCHE' CRONACHE DI MANIFESTAZIONI MALASPINIANE
CONSULTABILI PRESSO IL CENTRO «ALESSANDRO MALASPINA» DI MULAZZO (MASSA-CARRARA, ITALIA)Scioglimento delle sigle:
CAM = Centro "Alessandro Malaspina". Il numero indica il MFN della catalogazione informatizzata
SAIZ = Bibliografia di Blanca Sáiz, con relativo numeroFont. = Fonti (scritti di Malaspina e di altri membri della spedizione o loro contemporanei)
Stud. = Saggi scientificiRec. = Recensioni di volumi o saggiArt. = Articoli divulgativiCron. = Cronache di manifestazioni malaspinianeBibl. = Repertori bibliograficiCit. = Volumi in cui Malaspina o la spedizione vengono appena menzionati.Lett. = Narrativa o poesie ispirate a Malaspina
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